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ROMA (Public Policy) – “Sono favorevole all’agente sotto copertura” per i casi di corruzione. “E finalmente si mette da parte un istituto che ritengo molto pericoloso, che è l’agente provocatore“. Lo ha detto Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, di fronte alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia alla Camera, sul ddl Anticorruzione (anche detto dai 5 stelle “Spazzacorrotti”).
“Mi preoccupa – ha proseguito Cantone – l’indicazione contenuta nell’articolo 303 ter. Credo che questa norma sia pericolosa, in quanto rischia di far tornare sotto mentite spoglie l’istituto dell’agente provocatore. Rischia di porsi nella logica dell’abuso da parte chi va ad offrire una tangente sapendo di poter beneficiare della causa di non punibilità. E questo sarebbe ancora più pericoloso dell’agente provocatore, perché avverrebbe al di fuori dell’indicazione giudiziaria”.
Il legislatore “si è posto il problema”, infatti alla fine dell’articolo inserisce “che la causa di non punibilità non si applica quando vi è la prova la denuncia è premeditata rispetto al commissione”. Una “sorta di salvezza”. Ma “l’argomento è molto delicato”.
Per quanto riguarda le norme sui partiti, la parte sul finanziamento è per Cantone “la migliore e più coraggiosa, che mette mano a un buco normativo del sistema. Nessuno deve criminalizzare il finanziamento e questa norma deve essere interpretata sotto la chiave della trasparenza”.
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SOR