ROMA (Public Policy) – La cifra di 10 euro come valore unitario al di sopra del quale le erogazioni in denaro, beni e servizi o altre utilità effettuate da un’impresa produttrice in favore di un operatore sanitario sono soggette a pubblicità “è un tetto troppo basso che comprende anche cose che sono normalmente utilizzate nella prassi comune e che non danno adito a nessun possibile conflitto di interessi“. Così il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, in audizione in commissione Affari sociali alla Camera sulla pdl in materia di trasparenza dei rapporti tra imprese produttrici, operatori del settore della salute e organizzazioni sanitarie (ne parliamo qui).
“Può essere benissimo che un’azienda farmaceutica a fine anno porti alla farmacia due bottiglie di vino e un panettone. Se dobbiamo segnalare questo, al fine di avere chiarezza su eventuali comportamenti non legittimi – osserva Cossolo – ci finisce dentro un mare magnum di cose in cui non si distingue più il grano dall’olio”.
continua –in abbonamento
FLA