Appalti, rivoluzione in arrivo sulle procedure negoziate. Ecco cosa cambia

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ROMA (Public Policy) – di Francesco Ciaraffo – Individuare ‘espressamente’ i casi nei quali, in via eccezionale, è possibile ricorrere alla procedura negoziata senza precedente pubblicazione di un bando di gara. È una delle maggiori novità che il futuro Codice degli appalti dovrà contenere, in base a uno dei principi delega inseriti nel testo approvato le scorse settimane dal Senato e che inizierà l’iter alla Camera giovedì, in commissione Ambiente.

Ma che impatto avrà la norma? Difficile prevedere, al momento, anche se qualche dato può aiutare poichè, come vedremo, nel 2012 il 50% del valore economico degli appalti (tra servizi, forniture e lavori) veniva assegnato con procedure negoziate senza pubblicazione del bando (cioè quelle possibili nel caso di gara deserta o nessuna offerta ‘appropriata’, esecutore determinato per ragioni tecniche o artistiche; estrema urgenza per eventi imprevedibili). Andiamo per ordine: in base al monitoraggio dell’Autorità nazionale anticorruzione, si può fornire il quadro delle procedure negoziate senza bando nei capoluoghi di Regione nel quadriennio 2011-2014.

Nella capitale gli affidamenti senza pubblicazione del bando sono stati 5.015 (più di un terzo delle oltre 14.400 procedure negoziate). A Bologna, all’interno delle procedure negoziate (in totale 1.347) quelle senza pubblicazione del bando sono state 398; a Bari 138 su 866; ad Ancona 68 su 592; a Milano 2.378 su 4.940; a Cagliari 191 su 622; a Catanzaro 112 su 441. E ancora: a Firenze 475 su 2.720; a Genova 774 su 2.377; a Napoli 517 su 747; a Torino 727 su 2.556; a Venezia 14 su 515.

Parlando del monitoraggio in Senato, lo scorso febbraio il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, aveva spiegato che “sulle procedure negoziate nei Comuni” abbiamo avuto “un risultato disastroso”. Si tratta, come detto, di procedure in deroga rispetto a quelle ordinarie previste dal Codice e quindi restrittive della concorrenza; una via, insomma, per affidare l’appalto in modo diretto e, in qualche modo, ‘pilotato’.

Ma quanto ‘pesa’ economicamente questo tipo di affidamento? Secondo la relazione annuale 2012 (anno ‘di mezzo’ tra quelli oggetto del monitoraggio Anac) dell’ormai ex Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, i contratti di lavori (con un’importo base d’asta compreso tra 40mila e i 150mila euro) affidati con procedure senza pubblicazione del bando valevano 871,4 milioni su poco meno di 1,4 miliardi totali. Per i servizi, invece, il valore ammontava a 873,5 milioni su 1,7 miliardi totali, mentre per le forniture un ammontare di 704 milioni su 1,8 miliardi.

Nella stessa relazione, si sottolineava che per i contratti di fornitura, “le procedure negoziate con e senza pubblicazione di un bando sono quelle più largamente usate (35% le procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando e 21% quelle negoziate con pubblicazione di un bando)”. Valore superato alla voce lavori pubblici dove “i contratti affidati attraverso procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando raggiunge quasi il 50%”, mentre per i servizi si ferma al 43,4%.

Sommando le tre voci, si arriva a calcolare che nel 2012 2,5 miliardi di appalti venivano affidati con procedure negoziate senza bando su un totale di poco meno di 5 miliardi, quindi il 50%. Numeri comunque destinati a cambiare con l’arrivo del nuovo Codice.(Public Policy)

@fraciaraffo