di Marta Borghese
ROMA (Public Policy) – Elargizioni, borse di studio, ma anche cittadinanza. La commissione Affari istituzionali del Senato ha approvato mercoledì scorso, all’unanimità, il disegno di legge che introduce benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale, che potrà dunque cominciare il suo iter in aula.
Un provvedimento nato in memoria della tragedia del ponte Morandi e su spinta dei familiari delle vittime, che, attraverso il Comitato ‘Ricordo vittime del ponte Morandi’, hanno contribuito a un testo che tenesse conto della loro esperienza e che, alla fine dell’iter parlamentare, consentirà di intervenire anche nei loro confronti. La norma, infatti, introduce la possibilità di erogare i benefici anche retroattivamente, a partire dal 13 agosto 2018, giorno antecedente il crollo dell’infrastruttura di Genova.
Con una dotazione di 7,6 milioni di euro per il 2025 e 1,6 milioni a decorrere dal 2026, il ddl mira non solo a elargire risorse ai familiari delle vittime e a chi, a seguito di crolli di infrastrutture di rilievo nazionale, abbia riportato un’invalidità superiore al 50%, ma anche borse di studio per figli e orfani per ogni anno scolastico e accademico, dalla primaria all’università. Come avviene nel caso dei familiari delle vittime del terrorismo, è prevista per i beneficiari la possibilità di accedere alle assunzioni dirette da parte dello Stato.
Ai familiari stranieri residenti in Italia al momento del decesso del parente, inoltre, potrà essere concessa la cittadinanza italiana (se residenti da almeno 5 anni al momento della concessione).
L’ITER IN COMMISSIONE E L’ARRIVO IN AULA
Il testo approvato si compone di 9 articoli ed è frutto dell’unificazione dei due ddl a prima firma della senatrice della Lega Tilde Minasi (depositato nel luglio 2023) e del senatore ligure del Pd Lorenzo Basso (depositato nel mese di settembre).
La relatrice del provvedimento Domenica Spinelli, senatrice di Fratelli d’Italia, nel ringraziare la commissione e nel formulare l’augurio di un celere approdo del testo in aula, ha segnalato come “nella giornata di ricordo del Vajont” sia stato votato “il ddl unificato e il mandato al relatore per il risarcimento delle vittime”.
L’auspicio del senatore dem Basso è che “essendo stato licenziato dalla commissione di merito con il parere positivo della Bilancio” e non essendo dunque necessario convocare la capigruppo per inserirlo, “il presidente del Senato Ignazio La Russa potrebbe inserire il ddl già nel calendario della prossima settimana”. “Altrimenti – spiega Basso a Public Policy – andrà nella settimana del 28 ottobre, essendo quella precedente riservata al lavoro delle commissioni”.
I BENEFICIARI
Avranno diritto ai benefici introdotti dal ddl coniuge, genitori, figli, fratelli e sorelle delle vittime, nonché persone unite alla vittima da unioni civili o conviventi legati da relazione affettiva.
Potranno inoltre ricevere i benefici i parenti a carico della persona deceduta e chiunque abbia subito un’invalidità permanente superiore al 50% a seguito degli eventi dannosi in cui la legge sarà applicabile.
GLI INTERVENTI PREVISTI
Il ddl introduce sostanzialmente la possibilità di un’elargizione di somme di denaro ai familiari previsti, cumulabile con altri eventuali risarcimenti, compresi quelli a titolo di danno non patrimoniale.
Orfani e figli delle vittime degli eventi individuati avranno diritto, per ogni anno di corso di studi, dalla scuola primaria all’università, a ricevere una borsa di studio.
I beneficiari potranno godere del diritto al collocamento obbligatorio previsto anche per i familiari delle vittime del terrorismo, cioè esercitare una precedenza rispetto ad altri dal punto di vista dell’impiego lavorativo, accedendo anche ad assunzione diretta da parte dello Stato.
A coniugi, conviventi e partner di unioni civili stranieri ma residenti in Italia al momento dell’evento potrà essere concessa la cittadinanza italiana se residenti da almeno cinque anni nel Paese al momento della concessione.
GLI “EVENTI DANNOSI”
Gli eventi dannosi, con cedimenti totali o parziali di infrastrutture e autostrade di rilievo nazionale, in cui procedere all’elargizione dei benefici, saranno individuati con decreto della presidenza del Consiglio dei ministri. In particolare, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, la presidenza dovrà individuare gli eventi verificatisi dal 13 agosto 2018 all’entrata in vigore della legge, includendo pertanto il crollo del ponte Morandi.
Anche in futuro, gli eventi rispetto ai quali potrà essere applicabile la legge dovranno essere individuati da apposito decreto, che individuerà anche i soggetti beneficiari e le elargizioni spettanti. Nei limiti delle risorse del fondo, in caso di famiglie in condizioni di bisogno, i decreti della presidenza del Consiglio potranno individuare ulteriori iniziative di solidarietà sociale, incluse misure di sostegno al reddito nelle more del collocamento a riposo.
I FONDI
Per l’elargizione dei benefici ai familiari delle vittime, il ddl prevede l’istituzione di un fondo con una dotazione di 7 milioni per il 2025 e di 1,5 a decorrere dal 2026. Ogni anno, inoltre, sarà autorizzata la spesa per un massimo di 100 mila euro per l’erogazione delle borse di studio.
IL CONTESTO E IL RUOLO DEL COMITATO
Autentico promotore dell’iniziativa legislativa, il Comitato ‘Ricordo vittime del ponte Morandi’, che riunisce i familiari della maggior parte delle 43 persone che persero la vita nel crollo e che hanno lavorato per un disegno di legge che nascesse anche dalla loro esperienza.
“Dopo la tragedia – racconta a Public Policy la presidente Egle Possetti – abbiamo percepito gravi difficoltà immediate nell’affrontare la vicenda, per molte famiglie la perdita del caro ha comportato anche una seria difficoltà economica, oltre a tutto il resto”.
Di qui, l’idea di un aiuto immediato, anche per consentire alle famiglie una valutazione più serena della possibilità di costituirsi parte civile o di ottenere il risarcimento.
“La nostra proposta – aggiunge Possetti – è nata con due obiettivi: dare supporto a chi, speriamo mai e nessuno, dovesse in futuro trovarsi in una situazione analoga, e riconoscere che le nostre vittime sono state vittime di incuria, che i nostri cari non sono morti per un caso straordinario, ma perché qualcuno non ha fatto il proprio dovere”.
È proprio questo l’aspetto che ha rappresentato la svolta nell’iter legislativo. A chiarirlo è l’avvocato Raffaele Caruso, che assiste il Comitato e che ha lavorato alla formulazione dei testi: “Così come esistono categorie di vittime di cui lo Stato si fa carico in maniera peculiare in ragione di un sacrificio legato alle sue funzioni fondamentali – spiega a Public Policy – , abbiamo cercato di individuare una categoria di vittime che sono la conseguenza di una mancanza, diretta o indiretta, da parte dello Stato: le vittime di incuria”.
Al termine dell’iter parlamentare, lo Stato si occuperà dei loro familiari come si occupa, ad esempio, di quelli delle vittime del terrorismo, della mafia e del dovere.
Oggi Possetti esprime soddisfazione e ringrazia i parlamentari liguri che hanno garantito il proprio impegno all’iniziativa: “Stavamo portando avanti quest’iniziativa da tre legislature e stava diventando alienante. Forse se avessimo scelto di focalizzarci solo sul nostro caso sarebbe stato più semplice, ma non volevano che restasse una cosa per noi, volevamo lasciare qualcosa, che fosse uno strumento per gli altri”. (Public Policy)
@BorgheseMarta