ROMA (Public Policy) – Leggero rialzo per gli incentivi destinati ai piccoli impianti (inferiori a 300 kW di potenza) a biogas e a biomasse. Sono alcune delle novità contenute in una delle ultime bozze del decreto per la definizione degli incentivi alle fonti rinnovabili non fotovoltaiche, che Public Policy ha avuto modo di visionare. Il dm andrà a sostituire quello del 6 luglio 2012.
A differenza della bozza visionata a maggio da Public Policy in quest’ultima vengono leggermente innalzati gli incentivi per gli impianti a biogas, inferiori a 300 kW, alimentanti con rifiuti non provenienti da raccolta differenziata e con sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1-A (cioè di origine animale non destinati al consumo umano; quelli provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale, tipo paglia, effluenti zootecnici, fieni, potature, sottoprodotti derivati dalla lavorazione dei prodotti forestali; quelli provenienti da attività alimentari ed agroindustriali, tipo bucce di pomodoro, vinacce, sottoprodotti della trasformazione della frutta e verdura): dai 210 euro/MWh della vecchia bozza si passa a 224 euro/MWh di quest’ultima.
Lieve rialzo anche per gli impianti a biomassa, sempre e solo per gli inferiori a 300kW, alimentati da sottoprodotti di origine biologica (il riferimento è sempre alla tabella 1 -A) e rifiuti non provenienti da raccolta differenziata: dai 220 euro/MWh dell’ultima bozza si passa a 234 euro/MWh.
Inalterati, per quanto Public Policy ha potuto visionare, i valori riferiti alle potenze più alte e agli altri tipi di impianti. La bozza di dm specifica anche che per gli impianti alimentati a biomasse e biogas di potenza superiore a a 300 kW, non operanti in cogenerazione ad alto rendimento, le tariffe vengono “ridotte del 2%”. Altra novità, infine, l’ingresso delle sanse e delle sanse di oliva disoleata tra i sottoprodotti provenienti da attività alimentari ed agroindustriali utilizzabili negli impianti a biomasse e biogas.(Public Policy) NAF