Armare o no i droni: la questione nelle commissioni speciali

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ROMA (Public Policy) – Armare i droni “può sembrare sicuramente un elemento critico per un Paese che ha in Costituzione l’articolo 11 sul ripudio della guerra. Ma questo articolo è così puntuale che prevede delle limitazioni alla sovranità nazionale laddove c’è da intervenire a supporto della libertà e dei diritti degli altri popoli. Questo per dirvi che chi fa il mio mestiere sente forte la responsabilità degli uomini che ha al comando, sa esattamente che nel dare ordini mette a repentaglio la vita dei propri uomini e a volte di quelli che vengono considerati opponenti o nemici. L’importante per me è farlo secondo le leggi e nel farlo vorrei assicurare ai miei uomini la possibilità di salvarli, come è successo con i nostri Predator, quando abbiamo visto delle situazioni di imboscata e non siamo potuti intervenire immediatamente perché i Predator non sono armati. Quindi oggi fatemi dire che questa è un previsione che dobbiamo contemplare, non faremmo il nostro lavoro se non la prevedessimo. Vista la situazione internazionale, da esperto del ramo, mi sento di suggerire questa possibilità“.

Lo ha detto il generale Enzo Vecciarelli, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, in audizione davanti le commissioni speciali di Camera e Senato sul decreto del ministero della Difesa sul programma pluriennale per l’acquisizione di aeromobili a pilotaggio remoto della categoria Male (Medium altitude long endurance), risponendo alla domanda se questi velivoli potessero essere armati.

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NAF