di Giordano Locchi
ROMA (Public Policy) – Per l’esercizio non autorizzato di una discarica si applicano le pene della reclusione da uno a tre anni e della multa da 5mila euro a 25mila euro. Se la discarica abusiva è, anche in parte, destinata allo smaltimento di rifiuti pericolosi, la reclusione da tre a sei anni e le multa da 25mila euro a 100mila euro. Lo prevede la bozza del ddl Terra mia, all’esame del pre Consiglio dei ministri di giovedì, di cui Public Policy ha preso visione.
Il ddl contiene interventi ad ampio raggio sulle disposizioni penali applicabili in ambito ambientale, con modifiche al codice penale, al testo unico Ambiente, al codice antimafia e alla responsabilità amministrativa degli enti, con alcuni interventi anche sul codice di procedura penale e sul testo unico sull’immigrazione.
In caso di condanna per la discarica abusiva o di patteggiamento, l’area viene confiscata, salvo che appartenga a persona estranea al reato, e sono fermi in ogni caso gli obblighi di bonifica o ripristino dello stato dei luoghi. I titolari dell’area quindi, per potervi rientrare in possesso, quando confiscata, devono dimostrare di essere in buona fede e di non aver tratto vantaggio dall’attività illecita di chi ha utilizzato quell’area come discarica, nonché di aver utilizzato ogni più opportuna diligenza al fine di evitare l’impego della propria area in quel modo.
La reclusione da uno a tre anni e della multa da 5mila euro a 25mila euro si applicano anche a chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione; è prevista l’analoga aggravante per i rifiuti pericolosi.
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@Locchiaperti