ROMA (Public Policy) – La commissione Finanze del Senato ha espresso martedì mattina parere favorevole alla proposta di nomina dell’ex ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, a presidente della Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa): 12 voti a favore, 9 contrari e un astenuto.
Hanno dunque votato contro la nomina di Savona tutti i membri delle opposizioni. Nella votazione – a scrutinio segreto – sembrerebbe dunque essere arrivata la convergenza verso il sì di tre senatori di maggioranza che, si apprende da fonti di opposizione, negli scorsi giorni avevano espresso dubbi circa la nomina di Savona. E’ da segnalare però la presenza di una astensione.
Il presidente della 6a commissione di Palazzo Madama Alberto Bagnai (Lega), relatore della proposta di nomina, nella sua relazione precedentemente alla votazione ha richiamato il curriculum dell’ex ministro, proponendo alla commissione di votare favorevolmente.
Durante la discussione, Luciano D’Alfonso (Pd), ha parlato di “inconferibilità” dell’incarico nei confronti di Savona: “Non voglio votare un presidente che riconosce la sua situazione come problematica – ha detto – Serve un nome che possa durare“. Per Donatella Conzatti (FI), “l’audizione (svoltasi nella stessa commissione Finanze del Senato il 21 febbraio; Ndr) ne ha acuito i profili di incompatibilità politica. Ha confermato che è lui stesso a dettare la linea politica di questo Governo”. Laura Bottici (M5s) ha replicato affermando che “Savona ha delineato le sue linee di indirizzo sulla Consob. Non ha detto che detta la linea del Governo. Ma che l’applicazione dell’intelligenza artificiale e della catena blockchain è condivisa dal Governo. Il nostro gruppo condivide la nomina di Savona proprio per la volontà di portare trasparenza nelle decisioni”.
Per FdI rimangono dubbi sull’applicazione della legge Madia e della legge Severino, che implicherebbero profili di incompatibilità. In apertura dei lavori, si sono a tal proposito registrate tensioni con il presidente Bagnai per la scelta di convocare per questa mattina la commissione per esprimere il voto su Savona, scelta che secondo FdI sarebbe avvenuta “bypassando di fatto l’ufficio di presidenza”. FdI aveva chiesto infatti di avviare un ciclo di audizioni tecniche in merito alla nomina di Savona per “definire giuridicamente i molteplici profili di incompatibilità incidenti sulla nomina del candidato alla presidenza della Consob, ottenendo pure dei pareri scritti dalle autorità preposte, quali la Corte dei conti e l’Anac”.
Il presidente Bagnai ha spiegato che “non è possibile procedere ad audizioni di soggetti terzi” oltre alla persona nominata e che “l’Anac, in una sua delibera del 2016, ha argomentato di non potersi pronunciare sulla carica di un garante o cariche a questa assimilate”. Bagnai ha anche detto che “continuare a chiedere un ausilio esterno a me pare una diminuzione del nostro ruolo. Siamo una commissione matura”.