di Sonia Ricci
ROMA (Public Policy) – Una struttura piramidale – con a capo il commissario ad acta, tre ‘sub’ e commissari straordinari per ogni ente – per sanare il disavanzo economico in cui versa la sanità calabrese. E per fronteggiare, con adeguate misure, l’emergenza covid, anche affidando al primo commissario poteri sostitutivi nel caso di inerzia da parte della Regione.
Il decreto Calabria, approvato giovedì dall’aula della Camera in prima lettura, contiene queste ed altre misure con l’obiettivo di risanare ospedali ed Asl della Regione, da dieci anni sottoposti a commissariamento. Il provvedimento, infatti, interviene riscrivendo alcune regole per fronteggiare il disavanzo e dare più poteri alla struttura commissariale per cercare di rimettere in piedi il servizio sanitario regionale. Dopo settimane di polemiche, inoltre, il Governo ha nominato il nuovo commissario: Guido Longo, ex prefetto di Vibo Valentia.
Il provvedimento, che ora andrà al Senato per la seconda lettura, prevede anche una stretta per i commissari straordinari che non raggiungeranno risultati positivi (stop all’erogazione dei compensi straordinari), un nuovo piano per assumere medici, infermieri e operatori sanitari (anche per rafforzare i pronto soccorso) e il rinvio delle nuove elezioni regionali della Calabria, che si terranno tra febbraio e aprile.
Vediamo nel dettaglio tutti i contenuti:
COMMISSARIAMENTO SANITÀ
Il decreto, più in generale, interviene a sostegno della gestione del sistema sanitario della Regione Calabria, commissariato già da alcuni anni. Il provvedimento disciplina i compiti e le funzioni del nuovo commissario ad acta, in relazione all’attuazione del piano di rientro della Regione. Questo deve svolgere, se delegato, “i compiti di rafforzamento strutturale della rete ospedaliera del Servizio sanitario con l’adozione di specifici piani di riorganizzazione per far fronte all’emergenza Covid-19”.
POTERI SOSTITUTIVI
La Regione Calabria mette a disposizione del commissario il personale, gli uffici e “i mezzi necessari” all’espletamento dei compiti, con un contingente costituito da almeno 25 persone. In caso di inadempienza, il commissario ad acta, dopo averne dato comunicazione al Consiglio dei ministri, invita la Regione a svolgere i suoi compiti entro un termine massimo di 30 giorni. Se perdura l’inadempienza, è prevista l’attivazione dei poteri sostitutivi dello Stato.
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@ricci_sonia