(Public Policy) – Roma, 8 gen – (di Viola Contursi) Il
problema deroghe per le liste collegate a Monti? Secondo
Enzo Carra dell’Udc alla fine si farà “necessariamente come
ha imposto Monti, altrimenti si rischia che non accetti le
candidature”. Dopo aver sentito in mattinata Giorgio Conte
di Fli (vedi Public Policy “CAPISCO MONTI, MA…”, delle
12,25), ovvero l’altra lista che appoggerà Monti, Public
Policy intervista il deputato centrista ex Pd.
D. MONTI, CASINI, FINI ALLE PRESE CON LE LISTE. QUALI
PROBLEMI?
R. Sono ore concitate, come è immaginabile visto che ci
sono tre liste diverse che devono mettersi d’accordo ed è
complicato. Il problema principale è ovviamente quello delle
candidature. Ma alla fine si arriverà a una soluzione.
L’unica incertezza semmai è, come è capitato in passato, che
le liste non vengano presentate in tempo o siano ritoccate
all’ultimo. Staremo a vedere.
D. QUESTIONE DEROGHE, COME FINIRÀ?
R. Finirà come ha detto e imposto Mario Monti. C’è stata…
come la possiamo chiamare?, una libera scelta di accettare
il codice imposto da Monti. Come è sempre stato nel caso
delle coalizioni, pensiamo a Prodi o a Berlusconi, il leader
della coalizione approva o meno le candidature. In questo
caso Monti ha imposto il massimo di due deroghe a testa.
Potevano essere una, nessuna, centomila, come in Pirandello.
E si è scelto per due. Alla fine è ovvio che si farà come
dice Monti.
D. E LEI SARÀ CANDIDATO?
R. Penso di sì, penso proprio di essere in lista, ma al
momento non ho certezze, visto che le liste non sono state
ancora depositate.
D. COSA RISPONDETE ALLE CRITICHE SULL’IMPOSSIBILITÀ DI
RINNOVARE CON POLITICI DI LUNGO CORSO COME CASINI E FINI?
R. Siamo in una fase di effettiva transizione. Un tempo
potevamo chiedere ai leader di scegliere i vari candidati.
Qui invece c’è un gioco misto: ci sono due partiti
tradizionali, ovvero Fli ma soprattutto l’Udc, con un
leader scelto dalla base. Poi però c’è una scelta di questi
partiti di chiedere a Mario Monti di porsi a capo della
coalizione. Monti che però non entra come leader ma dando
vita a una sua lista che ha una sua consistenza e allo
stesso tempo è un soggetto nuovo. Dunque in questa
coalizione ci sono ritmi e modalità molto diversi uno
dall’altro. Questa è la novità. Vedremo come va sul lungo
periodo.
D. L’ARRIVO DI NUMEROSI TRANSFUGHI DAL PD E DAL PDL CHE
SIGNIFICATO POLITICO RIVESTE?
R. Il Pd ha fatto delle primarie sulla candidatura a
premier due mesi fa, io trovo che queste personalità che ora
sono uscite e appoggiano Monti, avrebbero fatto meglio a
fare in quel momento le loro scelte. Che in quel caso
dicessero “preferisco Monti”. Eppure, sarà che non mi
ricordo, ma non mi pare che nessuna delle personalità uscite
ora del Pd per appoggiare Monti all’epoca dissero nulla. Al
di là di questo, il fatto che siano arrivati diversi
appoggi, sia dal Pd sia dal Pdl, ha di positivo che ci sono
personalità che si aggiungono all’Udc, alla società civile e
a Fli e che rendono ancora più vario e più trasversale il
consenso.
D. A QUANTO PUNTA L’UDC?
R. L’obiettivo è quello faticosissimo di ottenere quello
che abbiamo ottenuto l’altra volta. Però questa volta ci
presentiamo alle urne all’interno di una coalizione che ha
come nome quello di Monti. Bisogna fare un lavoro molto
intenso per far capire agli elettori come votare. Ma abbiamo
anche un buon radicamento sul territorio per cui ce la
faremo. (Public Policy)