ROMA (Public Policy) – “Questo è un tema etico, su cui se si riuscisse a trovare un’intesa sarebbe un bel merito per per il Parlamento e per ciascun gruppo. Ci vuole un po’ di buona volontà da parte di tutti, noi ce ne abbiamo messa già tanta, abbiamo già accolto numerose richieste dell’opposizione, ma io credo che qualche spazio ancora ci sia per poter raggiungere l’obiettivo: seguire quello che la Corte ha detto nelle quattro sentenze, ma soprattutto dare al Paese una legge condivisa. E su questo punto, sul dolore, sulla difficoltà di un rapporto fra soggetto e vita, credo che sarebbe un bel segnale”.
Lo ha detto a Public Policy, lasciando martedì il vertice di maggioranza sul ddl Fine vita in Senato, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto (FI), che sta seguendo per l’Esecutivo i lavori all’interno delle commissioni Giustizia e Sanità, riconvocate sul tema giovedì.
La riunione, secondo quanto si apprende, è stata l’occasione anche per fare il punto sui tempi e sul voto segreto in aula.
Presente ai lavori anche il capogruppo di FdI a Palazzo Madama Lucio Malan: “Abbiamo fatto il punto sull’andamento dei lavori, è stato fatto un grande lavoro, siamo vicini al traguardo, dobbiamo portarlo avanti”, ha detto.
Quanto alla possibilità di arrivare in aula entro l’udienza della Consulta sulla legge toscana (impugnata dal Governo) fissata per i primi di novembre, Malan conferma a Public Policy: “Può darsi. Non dipende solo da noi, si tratta di avere un clima di collaborazione su una norma che non dovrebbe avere colorazioni politiche perché è un tema che va ben al di là” della politica.
E proprio su questo, cioè sul posizionamento in aula su un tema di natura etica, si è discusso nel corso della riunione. Anche la Lega, ad esempio, che non è intervenuta con proposte emendative sul testo, punterebbe a un testo il più possibile condiviso, per poi lasciare libertà di coscienza a senatrici e senatori del gruppo.
C’è un timore legato al voto segreto in aula? “Sì, sicuramente aleggia questo timore rispetto a tutti noi – spiega il presidente delle commissioni riunite Francesco Zaffini (FdI) – Sono materie che interrogano la coscienza ed è evidente che rispetto a questo tema coltivare certezze significa essere inopportuni e forse imprudenti”.
Zaffini ha comunque ribadito: “Abbiamo fatto chilometri verso il tentativo di trovare unanimità. C’è chi alza la bandierina del Servizio sanitario nazionale, che è una bandierina pretestuosa, perché non tiene conto che questi soggetti sono già in carico e restano in carico al Servizio sanitario nazionale per ogni evenienza, tranne l’erogazione del farmaco del fine vita, che il Ssn non può fare perché contravviene alla legge istitutiva, al giuramento di Ippocrate, alla più banale logica che un medico cura per la vita”.
“Abbiamo fatto tutto il lavoro che potevamo e dovevamo fare. Si tratta di capire come procedere, noi cerchiamo la condivisione, evidentemente l’opposizione cerca la bandierina ideologica“, ribadisce.
Per il rappresentante del Governo Sisto, tuttavia, “il Parlamento può essere maturo dopo tanto tempo e dopo tante difficoltà, interventi della Corte” a cercare un testo condiviso. “Se noi fossimo capaci di raccogliere il testimone e farne oggetto di regole condivise sarebbe un ottimo risultato”. (Public Policy) MAR