di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – Giuseppe Conte è adesso in difficoltà. Dopo aver goduto di mesi di totale agibilità politica grazie all’assenza di leadership del Pd, ora il leader del M5s si ritrova in un angolo. Una difficoltà ben rappresentata al congresso di Rimini della Cgil, dove si è discusso di eventuali punti di contatto all’opposizione fra gli ospiti: oltre a Conte, Carlo Calenda, Elly Schlein e Nicola Fratoianni.
Prendiamo il salario minimo, rivendicato e rilanciato dalla neo-segretaria del Pd. Il M5s ne parla da sempre. Ma adesso pare – è una forzatura, beninteso – che sia un’idea di Schlein. Non è questione soltanto di primogenitura, ma di rilancio di un’azione politica. Cinque mesi di congelamento di gestione e linea del Pd fanno oggi sembrare il partito di Largo del Nazareno iperattivo su tutto, ma non è detto che sia davvero così. Conte in ogni caso sta perdendo quella centralità politica conquistata grazie all’assenza del Pd. Laddove si dimostra che a Luigi Di Maio, che è stato fra gli ex grillini l’uomo con il curriculum politico più pesante, sarebbe convenuto attendere e restare tra i 5 stelle: oggi potrebbe rivendicare lui la leadership del M5s. Ma l’ex ministro degli Esteri è uscito da tempo, si è pure candidato – restando fuori – al Parlamento con il centrosinistra, riuscendo a far eleggere invece Bruno Tabacci.
Nelle prossime settimane capiremo se la rinnovata competizione fra Pd e 5 stelle produrrà una concreta inversione di rotta nei rapporti parlamentari e politico-elettorali. Di certo, l’agognata unità delle opposizioni (agognata da Schlein) potrebbe essere ridotta. Lo ha detto chiaramente Carlo Calenda, intervenuto e fischiato al congresso della Cgil quando ha detto che lui non governerebbe con nessuno dei presenti: “Le nostre tre proposte sul salario minimo divergono. Quando Giuseppe Conte dice che il salario minimo non tocca i contratti nazionali non è vero, perché la sua proposta li tocca. Schlein dice che non tocca i contratti nazionali ma c’è un piccolo problema, in Italia sono tutti formalmente coperti dai contratti nazionali. Il problema è che quel pezzo di contratto nazionale è un contratto nazionale pirata. Se la proposta di Schlein è fare il salario minimo che però non si applica a chi lavora in un contratto nazionale, non si applica a nessuno. Quindi vanno applicati ai contratti nazionali? Sì , ma bisogna fare un lavoro coi sindacati: prima di applicarlo il salario minimo, bisogna riadeguare la contrattazione”.
Dunque, ha detto ancora Calenda, voglio fare cose insieme alle opposizioni a partire dalla difesa dei principi della Costituzione, ma non possiamo farle se non ci chiariamo sul come e sulle priorità. Se non lo facciamo succederà quello che è successo fino a oggi: un Paese che si riempie la bocca di retorica, con i servizi pubblici essenziali che peggiorano anno dopo anno”. Non è insomma tutta opposizione che luccica quella che parla di salario minimo: c’è differenza e differenza.
@davidallegranti