CRISI, CGIA: SITUAZIONE PEGGIORE DI QUELLA DEGLI ANNI TRENTA

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I DATI MESSI A CONFRONTO DALL’ASSOCIAZIONE
ARTIGIANI PICCOLE IMPRESE MESTRE

(Public Policy) – Roma, 15 apr – Gli effetti negativi della
crisi in atto sono più pesanti di quelli che furono
registrati negli Anni Trenta. A conferma di ciò la Cgia di
Mestre ha messo a confronto l’andamento di alcuni indicatori
economici censiti nei periodi 1929-1934 e 2007-2012. Ecco i
risultati:

Pil – a livello aggregato la ricchezza prodotta dal Paese
al netto dell’inflazione durante la crisi degli Anni Trenta
è diminuita del 5,1%. Tra il 2007 e il 2012 la contrazione è
stata del 6,9%;

Pil pro capite – la ricchezza prodotta per singolo abitante
al netto dell’inflazione è scesa durante la Grande crisi
dell’8,6%, in questi ultimi anni del 9,4%;

Investimenti – se tra il 1929 e il 1934 la contrazione fu
del 12,8%, tra il 2007 ed il 2012 il calo è stato del 27,6%,
più del doppio rispetto a quanto accaduto 80 anni fa;

Consumi delle famiglie – negli Anni Trenta crollarono a
-9,4%. In questi ultimi anni la diminuzione è stata del 5%.

“La gravità della situazione – commenta Giuseppe Bortolussi
segretario della Cgia di Mestre – richiede la formazione di
un Governo forte ed autorevole che in tempi brevi inverta la
politica economico/fiscale praticata in questo ultimo anno e
mezzo. Basta con l’austerità ed il rigore che stanno
provocando un aumento preoccupante della disoccupazione.

Bisogna, invece, ridurre le tasse e rilanciare i consumi
delle famiglie, altrimenti per la gran parte delle piccole
imprese non c’è futuro”.

Conclude Bortolussi: “Visto che in Europa nel decennio
scorso il 58% dei nuovi posti di lavoro sono stati creati
dalle piccole imprese con meno di 10 addetti, se non
aiutiamo queste ultime non possiamo sperare di combattere
efficacemente la disoccupazione”.

E’ chiaro, sottolinea l’Associazione artigiani piccole
imprese Mestre, che questa comparazione presenta dei limiti
riconducibili all’incompletezza delle statistiche riferite
agli Anni Trenta. Pertanto, i risultati vanno presi con le
molle, anche se, spiega, “ci consentono di realizzare una
comparazione che ci ribadisce la gravità della situazione
che stiamo vivendo”.

Da un punto di vista metodologico l’Associazione segnala
che nel 1929 e nel 2007 si sono registrati i risultati
economici maggiormente positivi per il nostro Paese nei due
periodi messi a confronto. Pertanto, le due variazioni hanno
inizio proprio a partire dal ’29 e dal 2007. (Public Policy)

SPE