Militari uccisi, reclutamento anche per i fratelli non eredi

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ROMA (Public Policy) – Roma, 28 apr – Estendere le categorie protette per il reclutamento nelle forze armate ai coniugi, ai figli e ai fratelli superstiti del personale militare caduto in missione o rimasto invalido, anche se non sono unici superstiti.

È quanto prevede un emendamento di Per l’Italia – a prima firma Federico Fautilli – approvato dalle commissioni congiunte Esteri e Difesa della Camera alla proposta di legge quadro sulla disciplina delle missioni internazionali. L’emendamento, nel dettaglio, elimina dal comma 1 dell’articolo 705 dell’ordinamento militare le parole “se unici superstiti”.

Dunque la parte dell’articolo, così come emendata, sarebbe la seguente: “Nell’ambito di ciascuna Forza armata, possono essere immessi nel ruolo dei volontari in servizio permanente il coniuge e i figli superstiti, nonché i fratelli del personale delle Forze armate deceduto o divenuto permanentemente inabile al servizio militare, per effetto di ferite o lesioni riportate nell’espletamento di missioni internazionali di pace ovvero in attività operative”.

“Lo Stato in questo modo – commenta a Public Policy il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi – vuole esprimere maggiore vicinanza alle famiglie dei caduti o degli inabili”. (Public Policy) NAF