Decreto Salva imprese, la Cgil boccia le norme sui rider

0

ROMA (Public Policy) – La Cgil boccia le norme sui rider inserite nel dl Salva imprese giudicandole non solo sono “molto al di sotto delle aspettative che si erano generate”, ma “non risolutive rispetto alla necessità ineludibile di estendere diritti e tutele a questi lavoratori che, per le caratteristiche del lavoro svolto, noi continuiamo a credere dovrebbero trovare definizione giuridica nell’ambito della subordinazione”. È quanto si legge in una memoria depositata dalla Cgil nelle commissioni Lavoro e Industria al Senato in merito al dl Salva imprese.

Per la Cgil, come sottolineato dalla segretaria nazionale, Tania Scacchetti, i ciclofattorini “possono trovare tutela attraverso la contrattazione collettiva e i Ccnl, a partire da quella della logistica che già ha normato fra i profili classificazione quello dei rider”. Scacchetti ha poi evidenziato che “appare impropria la definizione del campo di applicazione delle nuove norme, negativa la non esclusione del cottimo e negativa anche la previsione delle poche norme di miglior favore anche per il fatto che entreranno in vigore dopo sei mesi dall’entrata in vigore delle norme”.

E ancora: “il provvedimento introduce norme specifiche, tutele minimali, per i rider e quindi non per tutti i gig workers che tuttavia, a parte le norme positive sugli obblighi su salute e sicurezza, non solo non affrontano temi considerati decisivi per l’allargamento delle tutele (diritti di informazione, diritto al riposo, divieto di ranking reputazionale, diritto alla manutenzione dei mezzi, diritti sindacali) ma – sottolinea il sindacato guidato da Maurizio Landini – non affrontano il tema decisivo del divieto di cottimo e del diritto a un compenso dignitoso, con riferimento alle retribuzioni definite dai Ccnl”. (Public Policy) FRA