BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – Francia, Polonia ed Estonia chiedono una risposta comune europea per rispondere alle sfide della Difesa in un non-paper sul pacchetto legislativo proposto dalla Commissione europea.
Nel documento – preso in visione da Policy Europe – gli eurobond non vengono mai menzionati ma i tre Stati membri alludono ad una risposta comune, citando l’esempio del NextGeneratioEu: “L’Europa ha già superato la prova delle crisi. Abbiamo investito centinaia di miliardi in un ambizioso piano di ripresa NextGenerationEu per aiutare a riparare i danni causati dalla pandemia e abbiamo intrapreso azioni forti per mitigare la recente crisi energetica – si legge nel documento -. Sebbene i prodotti per la difesa presentino una serie di sfide diverse, i rischi di un’industria della difesa non attrezzata per rispondere alle esigenze della nuova realtà della sicurezza non sono meno strategici né meno meritevoli di una risposta comune”. Anche il Programma industriale europeo per la difesa (Edip), proposto dall’Esecutivo europeo, non cita direttamente gli eurobond per la difesa, aprendo però alla possibilità che un gruppo ristretto di Stati membri possa decidere di emettere debito comune per finanziare le loro esigenze difensive.
Più in generale i tre Stati membri evidenziano la necessità di “finanziamenti adeguati” chiedendo alla Commissione di “presentare opzioni di finanziamento concrete, soprattutto per il periodo che precede il prossimo Qfp. Un finanziamento inadeguato ora significherà solo una spesa maggiore in un secondo momento”.
Nel resto del documento i tre Stati membri evidenziano come “l’era del dividendo della pace è finita”. Per Francia, Polonia ed Estonia “siamo entrati in un decennio decisivo per la sicurezza europea che ci impone di aumentare urgentemente la nostra prontezza di difesa”. Il non-paper ribadisce l’importante di una forte relazione con la Nato e con riferimento alla Strategia adottata ieri dalla Commissione chiede di: migliorare la capacità a lungo termine dell’industria della difesa dell’Ue di soddisfare le esigenze delle forze armate; ridurre le dipendenze strategiche e migliorare la capacità di aumentare rapidamente la produzione; sostenere un aumento fondamentale dei livelli di scorte di munizioni; migliorare il vantaggio competitivo dell’Ue e dei suoi Stati membri nella tecnologia e innovazione; rafforzare la cooperazione con l’Ucraina e incoraggiarne la partecipazione alle iniziative industriali di difesa Ue.
Francia, Polonia ed Estonia chiedono inoltre di usare al meglio gli strumenti dell’Ue già esistente, come la Pesco o il Fondo europeo per la difesa (Edf). “L’Ue – si legge – potrebbe mobilitare finanziamenti per progetti di infrastrutture di difesa e beni comuni che gli Stati membri difficilmente possono sviluppare da soli (ad esempio, la difesa aerea e missilistica e le capacità di ricognizione in acque profonde)”. Il nuovo Edip “dovrebbe integrare queste linee di lavoro in un meccanismo scalabile che garantisca un segnale di domanda chiaro e a lungo termine per l’industria europea, anche incoraggiando l’acquisizione congiunta di capacità sviluppate in comune dagli Stati membri”.