ROMA (Public Policy) – “Prima ancora che l’ambiente, ad essere inquinato è l’intero sistema di gestione dei rifiuti nella Regione, come confermato anche da importanti indagini giudiziarie per corruzione effettuate dalla procura della Repubblica di Palermo”.
È quanto riportano le conclusioni della relazione territoriale sulla Regione siciliana della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, approvata martedì.
Dalla relazione – un testo di 400 pagine – presentata da Stella Bianchi (Pd) e Renata Polverini (FI), emerge “la presenza di un sistema di illegalità diffuso e radicato che costituisce uno dei veri ostacoli ad un’autentica risoluzione delle problematiche esistenti ormai da decenni”.
Tra i tanti punti critici, la commissione Ecomafie indica gli effetti della programmazione che, a partire dal 2002, ha previsto la costruzione di 4 inceneritori.
Una scelta che “ha compromesso lo sviluppo della raccolta differenziata – si legge nel capitolo conclusivo – mentre la costituzione dei 27 ATO ha esautorato i comuni delle proprie competenze altresì provocando una gravissima crisi finanziaria conseguente alla deficitaria e non trasparente gestione di queste società che, è bene riaffermarlo, sono stati uno strumento in mano alla politica per il controllo del consenso”.
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LEP