di Viola Contursi
ROMA (Public Policy) – Un emendamento governativo al dl Semplificazioni o, per fare prima, una norma da inserire nel decreto Aiuti bis atteso per fine luglio (quello che potrebbe contenere anche un primo taglio del cuneo fiscale). Queste, secondo quanto apprende Public Policy, i due veicoli che il Governo sta pensando di utilizzare per correggere la norma del dl Aiuti, inserita nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che applica il regime dei de minimis ai crediti d’imposta per l’acquisto di energia e gas da parte delle imprese non energivore.
Sulla necessità di intervenire si è esposto mercoledì il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e il sottosegretario al Mef (dello stesso partito), Federico Freni, ha assicurato che presto verrà previsto un correttivo. Che potrebbe appunto arrivare nel dl Semplificazioni o con una norma nel decreto atteso per fine luglio.
La norma di cui parliamo, introdotta durante l’esame del dl Aiuti nelle commissioni V e VI alla Camera, stabilisce in pratica che i crediti d’imposta previsti per l’acquisto da parte delle imprese non energivore di gas ed energia elettrica siano sottoposti alta normativa europea “de minimis”. Gli aiuti “de minimis”, il cui importo non è mai stato incrementato dal 2013 a oggi, prevedono un massimale di 200 mila euro, calcolato su base triennale considerando tutti gli aiuti ottenuti non solo da una data impresa, ma da tutte le imprese appartenenti allo stesso gruppo.
In un periodo come quello degli ultimi 3 anni, in cui moltissime imprese hanno ottenuto dallo Stato degli aiuti (prima per il Covid e ora per gli effetti della guerra in Ucraina), la norma in questione potrebbe avere un effetto contrario alle attese: alcune imprese particolarmente danneggiate dalla crisi e che avrebbero diritto a contributi che superano sensibilmente i 200 mila euro potrebbero trovarsi ad avere diritto solo ad un minimo credito d’imposta per l’acquisto di energia e gas, o addirittura a nessuno. Per raggiunto limite di aiuti ottenuti nel periodo 2020-2022. Da qui l’intenzione del Governo di intervenire per cambiare la misura.
@VioC