di David Allegranti
ROMA (Public Policy) –
D. Carlo Calenda, leader di Azione, leggiamo articoli su Luigi Di Maio versione centrista, dopo l’addio al M5s. Ritiene credibile la svolta? Ma anche se fosse, che cosa c’entra Di Maio con il centro?
R. “Lo dico senza giri di parole. Io di Di Maio non mi fido. Non è una questione personale ma credo che nella ‘svolta’ dell’ex capo politico del M5s ci sia opportunismo e poco più. Per opportunismo intendo che Di Maio è quello che gli conviene quando gli conviene: prima grillino, poi vicepremier e ministro nel Conte 1 e indifferentemente nel Conte 2, ora draghiano e centrista. Insomma di tutto un bel po’. Forse un po’ troppo. Nella vita esiste la credibilità che significa essere lineari sui comportamenti e sulle cose che si dicono e che si fanno. Io con Di Maio non ho e non avrò nulla a che fare. E anche per questa ragione, in Europa, ho dato parere formale contrario al suo ingresso in Renew”.
D. Qual è l’orizzonte politico-culturale del centro? Non rischia di essere un esercito con molti generali o, per dirla peggio, con troppi galli nel pollaio?
R. “Non ho alcuna aspirazione centrista. Il lavoro che stiamo facendo con Emma Bonino e +Europa va in una direzione opposta a centri e centrini che nascono prima delle elezioni solo per negoziare, dopo il voto, ministri e sottosegretari. Una prospettiva che non ci interessa”.
D. Questo centro può fare a meno di un’iniziativa di Draghi? Anche indiretta.
R. “Voglio dirlo con estrema chiarezza. È ora di smetterla di tirare Draghi per la giacchetta o rischiamo di perderlo. Ed è una prospettiva che non voglio neppure prendere in considerazione. Lo spettacolo offerto da Salvini, qualche settimana fa, e da Conte, in queste ore, è inaccettabile. Disdicevole. L’ho detto e lo ripeto: è come se mentre gli adulti (Mattarella e Draghi) sono impegnati a governare le sfide che ha di fronte il nostro Paese i bambini, come Conti e Salvini, cercano di attirare l’attenzione facendo i capricci”.
D. Come si presenterà Azione alle prossime elezioni politiche?
R. “Azione si presenterà da sola con Più Europa e con tanti movimenti e liste civiche che stiamo facendo crescere. Distinti dai due poli di centrosinistra e centrodestra che al loro interno hanno tutto e il contrario di tutto e che, per questa ragione, non saranno in grado di governare. La realtà è che resteranno tre poli: il Pd con Di Maio, Fratoianni, Bersani e una destra con Toti e Meloni, noi invece costituiremo un polo centrale per fare in modo che, dopo il voto, si costituisca una coalizione europeista e riformista attorno a Mario Draghi”.
D. C’è possibilità, a un certo punto del percorso da qui al 2023, di un accordo con Renzi?
R. “Continuo a pensare che Matteo Renzi sia stato un buon presidente del Consiglio. La distanza tra di noi non è umana ma squisitamente politica. Abbiamo progetti differenti, Matteo scrive che a gennaio deciderà cosa fare alle politiche. Noi abbiamo già deciso e siamo sicuri delle nostre scelte”.
@davidallegranti
(foto cc Palazzo Chigi)