ROMA (Public Policy) – L’Italia può “raddoppiare o triplicare” la produzione di energia elettrica da carbone, ma può addirittura “arrivare ai livelli della Germania” di 280 TWh mentre al momento l’apporto del carbone al mix nazionale è di 42 TWh. Lo dice Rinaldo Sorgenti, vicepresidente di Assocarboni, parlando con Public Policy. Nel 2013 il carbone ha contribuito alla formazione del mix elettrico italiano per il 17%, mentre in Germania ha concorso per il 48%.
“Il carbone pesa meno di altre fonti per colpa di ideologia, luoghi comuni, ignoranza, speculazione economica e mancanza di informazione”, spiega Sorgenti che poi elenca i fattori di forza della fonte, a cominciare dagli approvvigionamenti. Sono facili ed economici – sostiene il vicepresidente – “perchè il carbone è distribuito in vari parti del mondo e non è in mano a pochi produttori. Inoltre le forniture possono arrivare anche via mare”, tagliando i costi di trasporto.
Stessi fattori – la distribuzione in varie parti del mondo, la larga disponibilità in natura e la mancanza di monopoli – che fanno essere il carbone economico (prendendo come unità di misura un barile di petrolio equivalente, il carbone costa 20 dollari, a fonte dei 70-80 del gas e dei circa 100 dello stesso petrolio) e sicuro da un punto di vista di approvvigionamento.
Ma è sostenibile il carbone da un punto di vista ambientale? “Assolutamente si, anche perchè bisogna considerare che i 2/3 delle emissioni di CO2 dalla generazione elettrica sono dovute all’utilizzo degli idrocarburi”, sottolinea ancora Sorgenti che evidenzia come un’altra risposta dal punto di vista ambientale possa arrivare dalle CCT (Clean Coal Technologies), che consentono di utilizzare il carbone senza particolari inconvenienti di natura ambientale, mentre con la CCS (Carbon Capture & Storage) è possibile anche rispondere all’eventuale necessità di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera. (Public Policy)
FRA