di Viola Contursi
ROMA (Public Policy) – Tutto fermo al ministero dello Sviluppo economico sul dm che, in attuazione del ddl Concorrenza, dovrebbe definire il passaggio alla piena liberalizzazione del comparto dell’energia e del gas, previsto a partire dal 1° luglio 2019.
I commi 61 e seguenti del ddl Concorrenza prevedono, come dettato dall’Europa, che, a partire appunto dal 1° luglio 2019, ci sarà la cessazioni della maggior tutela per le bollette di energia e gas (ovvero tariffe di consumo decise dall’Autorità) e il passaggio obbligatorio al mercato libero, assicurando comunque una tutela per le categorie disagiate di clienti.
Entro febbraio l’Arera, l’ex Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico), trasmetterà al ministro dello Sviluppo economico un rapporto relativo al monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas, che attesti di fatto il superamento delle condizioni minime propedeutiche al passaggio dal mercato tutelato a quello libero.
Sulla base di questo rapporto poi il Mise dovrà emanare un suo dm, entro aprile 2018, per gestire appunto il passaggio. E qui si inceppa il meccanismo. Perché, secondo quanto viene riferito da fonti che seguono il dossier, se fino a poche settimane fa il problema era la scadenza del collegio dell’ex Aeegsi, ora che il collegio è stato prorogato per 60 giorni, il problema è diventato prettamente politico.
Nel senso che, secondo quanto si apprende in ambienti di ministero, in attesa che il quadro politico si definisca dopo le elezioni del 4 marzo, al Mise i cassetti con le carte del dm sull’energia e il gas restano chiusi. E il lavoro di stesura essenzialmente fermo.
Si fa dunque sempre più probabile che a occuparsi dell’attuazione delle norme contenute nel ddl Concorrenza in materia di energia dovrà essere il nuovo Governo che uscirà (se uscirà) dalle elezioni politiche previste tra 19 giorni. (Public Policy
@VioC