di Pietro Monsurrò
ROMA (Public Policy) – La vittoria di Trump pone una serie di quesiti a cui soltanto il tempo potrà rispondere, probabilmente in tempi brevi: un presidente Usa imprevedibile, le cui parole sono sempre puramente strumentali e quindi non credibili come fonte di informazione, produce ulteriore caos oltre a quello già imperante in Europa e in Medio Oriente. I Paesi europei sono destinati a rivedere buona parte delle loro politiche, soprattutto in politica estera e commerciale.
I Paesi europei sono deboli, con dispositivi militari inadeguati e un’industria militare avanzata (in alcuni campi) ma insufficiente in termini di capacità produttiva. Senza il supporto degli Usa, i Paesi europei non avrebbero le armi per difendere sé stessi, men che meno per proteggere l’Ucraina dall’invasione russa. Questo problema è autoinflitto: mantenere i consensi in democrazia costa così tanto che non si può anche pensare al futuro.
A ciò si somma un ulteriore problema: i Paesi europei sono inutili. Non c’è nessun ambito in cui possono rendersi utili per gli Usa, e sfruttare questo ruolo per negoziare con Trump: hanno poche tecnologie che gli Usa non hanno (viene da pensare ad ASML, un’azienda fondamentale nella produzione di chip elettronici, olandese, come una delle poche eccezioni), e praticamente nessuna capacità di proiezione di forza, e quindi nessuna capacità di sostituirsi o affiancare gli Stati Uniti in nessuna parte del mondo.
Pirati nel Corno d’Africa? Terroristi nel Mar Rosso? Il commercio internazionale da e per l’Europa dipende dalla buona volontà della Marina Usa, con qualche nave europea a fare scenografia. L’Ucraina è invasa dal regime russo? Le armi per difenderla stanno nei magazzini statunitensi; le tecnologie per difenderla sono prodotte negli Usa o con tecnologie Usa; gli asset strategici per fornire informazioni agli ucraini sono tutti del Pentagono.
A tutto ciò si somma un altro importante fattore: gli europei non sono inutili, spesso sono dannosi. Chi ha finanziato e quindi armato la Russia per venti anni per ottenere gas a buon mercato? Chi ha danneggiato la propria industria nucleare aumentando la domanda di energia fossile per compensare, aumentando la prosperità e quindi il potere di regimi come la Russia e l’Iran? E chi fa il doppiogioco in politica commerciale, illudendosi che una “globalizzazione cinese” faccia l’interesse di tutti, anziché creare una nuova Unione sovietica che rischierebbe di spezzare il mondo in aree di influenza tra democrazie più o meno liberali e sistemi totalitari e autoritari, con annessi popoli oppressi e privati di libertà e dignità, dal Tibet all’Ucraina?
Detto questo, cosa fare? Trump è sicuramente disposto a negoziare, anche se muscolarmente, e non si può sapere ciò che vuole in base a ciò che dice, ma sa fare i conti in termini di interessi strategici. In un’ottica di negoziati, bisogna pensare al do ut des: cosa dare in cambio per ottenere qualcos’altro?
L’Europa potrebbe rimuovere gli ostacoli protezionistici alle aziende statunitensi, in cambio di un’analoga politica da parte Usa; potrebbe spendere centinaia di miliardi in armi (necessariamente in larga parte statunitensi) per aiutare l’Ucraina e per rafforzare i propri eserciti; potrebbe ampliare la propria industria militare rendendosi autonoma nel proteggere il proprio territorio e quello dei vicini dalle minacce russe, come da quelle degli Houthi nel Mar Rosso; potrebbe dotarsi dei mezzi per proteggere le infrastrutture energetiche e di telecomunicazioni nei mari che circondano l’Europa, e per difendere la Groenlandia in collaborazione con gli Usa; potrebbe allearsi con gli Usa per politiche di friendshoring, nearshoring e reshoring della produzione industriale in chiave anti-cinese, rafforzando l’alleanza delle democrazie anziché continuare a farsi illusioni sulla natura meramente economica della globalizzazione, o sulla “pace attraverso il commercio” che aveva già fallito nel momento in cui i soldi europei hanno finanziato l’invasione dell’Ucraina.
È tempo che i Paesi europei escano dall’infanzia e capiscano come va il mondo. Basta accordi internazionali unilaterali per distruggere arsenali di munizioni (come le bombe cluster) utilissime per liberarsi da invasori. Basta velleità pacifiste o illusioni sulla globalizzazione. Basta essere parassiti della protezione Usa. Basta sentirsi moralmente superiori come Lupo Alberto, con la coscienza pulita perché non la si è mai usata, e perché “chi non fa niente non fa niente di male”. Gli europei si rendano utili e diano il loro contributo nella protezione di sé stessi, dei propri vicini, e dei sistemi democratici, affiancando gli Usa in ciò che gli Usa hanno fatto con scarso contributo da parte europea dal 1941 ad oggi. (Public Policy)
@pietrom79