ROMA (Public Policy) – Prevedere l’eliminazione delle “norme discriminatorie” presenti nell’ordinamento italiano, anche di quelle disapplicate e di quelle mai abrogate. Cosi, ad esempio, verrebbero definitivamente cancellati dall’ordinamento nazionale “i riferimenti all’iscrizione al Partito nazionale fascista o alla Gioventù italiana del littorio, nonchè all’appartenenza alla razza ariana“. É questo il ‘succo’ di una proposta di legge, a prima firma di Cecile Kyenge, che sarà presto assegnata all’esame della commissione competente della Camera.
Per i proponenti la pdl “risponde alla necessità di procedere alla manutenzione del nostro ordinamento“, laddove sono ancora presenti norme di discriminazione non più vigenti in seguito all’abrogazione implicita compiuta dalla normativa successiva. Così, ad esempio, nella pdl si prevede l’abrogazione esplicita del requisito della cittadinanza italiana “per ricoprire il ruolo di direttore di una testata giornalista o di un periodico“. Inoltre si vuole adeguare la normativa italiana alle novità recepite con la legge europea 2013 “in materia di accesso ai posti di lavoro presso le pubbliche amministrazioni”.
CODICE DELLA NAVIGAZIONE Vengono poi previste modifiche al codice della navigazione marittima nella norma che “esclude la possibilità d’iscrizione nel registro delle matricole della gente di mare” per i cittadini di Paesi terzi non membri dell’Ue e si vuole garantire “l’iscrizione nelle matricole del personale navigante anche ai cittadini dell’Unione europea e ai cittadini di Paesi terzi”.
AGGIORNARE REGOLAMENTO ATTUAZIONE TU IMMIGRAZIONE I proponenti prevedono poi la soppressione della norma, nel regolamento che attua il testo unico sull’immigrazione, relativa “alla subordinazione del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro alla sussistenza di un contratto di soggiorno per lavoro” e di quella che “stabilisce che l’instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro comporti la sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro anche ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno”.
ESPULSIONE STRANIERO MARITO DI DONNA IN GRAVIDANZA Infine nella pdl si prevede anche “il divieto di espulsione dello straniero marito di una donna in stato di gravidanza”, in adeguamento “alla sentenza 376 del 2000” della Corte Costituzionale. Questa previsione, l’unica che secondo i proponenti incide sulla finanza pubblica, riguarda comunque “un numero esiguo di casi con un eventuale onere trascurabile”. L’ulteriore estensione del divieto di espulsione “all’uomo che abbia provveduto al riconoscimento del nascituro ha lo scopo di recepire il divieto di discriminazioni fondate sulla nascita di cui all’articolo 21 della Carta europea dei diritti fondamentali”. (Public Policy)
IAC