Il dialogo Letta-Calenda e il rischio accozzaglia

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Enrico Letta vorrebbe Carlo Calenda nella nuova alleanza antisovranista. L’europarlamentare sta valutando il da farsi e a inizio della prossima settimana potrebbe dare il via libera all’accordo con il Pd. D’altronde, l’altro pezzo della sua federazione, +Europa, spinge per il patto. Certo, molte sono le cose da definire (a partire dai collegi uninominali da spartire, per non parlare dei ruoli di frontrunner della coalizione). Calenda porterebbe in dote un pacchetto di voti liberal-riformisti, insomma moderati insomma centristi, che al Pd fin qui troppo sbilanciato nell’alleanza con il M5s, mancano.

È di oggi la notizia dell’adesione della ministra per il Sud Mara Carfagna, già volto noto di Forza Italia, ad Azione. “Perché ha una proposta europeista, liberale, garantista, fedele al patto europeo e occidentale, capace di dire la verità agli elettori, di prendere impegni seri e poi di rispettarli fino in fondo, e quindi in sintonia con tutto ciò in cui credo da sempre”, ha detto Carfagna al Corriere della Sera. La ministra entrerà nella segreteria di Azione, e, ha detto Calenda, “ci aiuterà a costruire un grande partito liberale, riformista e popolare per dar voce all’Italia seria”.

Anche l’altra ministra (per gli Affari regionali) ex FI, Mariastella Gelmini, ha aderito ad Azione con motivazioni analoghe. Resta da capire quanto assomigli sempre di più al bar di Star Wars la coalizione antisovranista e quanto invece riesca a rimanere coesa, ideologicamente e sovrastrutturalmente. L’ex ministro dello Sviluppo economico l’aveva detto fin da subito: no a un’accozzaglia. Se dicesse sì a quel che però appare proprio come un’accozzaglia (magari con Luigi Di Maio versione riformista), perderebbe quell’intransigenza politica che fin qui lo sta facendo crescere nei consensi.

I ministri che hanno deciso di lasciare Forza Italia, osserva l’azzurro Giorgio Mulè ad Agorà, “hanno portato avanti importanti battaglie su questioni rispetto alle quali la sinistra che oggi li accoglie la pensa in modo opposto. Cito su tutti la posizione ferma di Mariastella Gelmini contro la liberalizzazione della droga e quella di Mara Carfagna sull’utero in affitto”. Sull’addio invece “c’è poco da dire, ognuno prende la sua strada e ne risponde alla sua coscienza e agli italiani. Storicamente chi molla Forza Italia è stato punito dagli elettori che ne riconoscono l’incoerenza”. C’è da dire però che Forza Italia ha contribuito significativamente alla caduta del Governo Draghi per motivi di mero opportunismo politico. Silvio Berlusconi spera così di poter usare Matteo Salvini per raggiungere la presidenza del Senato. (Public Policy)

@davidallegranti