Senato, cambiano le regole del gioco: dai gruppi alle commissioni

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di Riccardo Pieroni

ROMA (Public Policy) – Un intervento reso necessario dalla riduzione del numero dei parlamentari, sancita dal referendum costituzionale del settembre 2020. Mercoledì l’aula del Senato ha dato il via libero finale alla riforma del Regolamento, approvando una serie di modifiche su cui nelle ultime settimane i gruppi avevano trovato un accordo. Non è passato però in aula l’emendamento a prima firma Alessandra Maiorino (M5s), che puntava a introdurre nel testo una serie di novità per favorire “l’utilizzo di un linguaggio inclusivo”. La proposta ha ottenuto 152 voti favorevoli e non ha raggiunto la maggioranza assoluta richiesta.

Vediamo le modifiche approvate dall’aula del Senato, sul testo messo a punto dalla Giunta per il Regolamento:

COMPOSIZIONE GRUPPI 

Con il via libera a un emendamento dei relatori, Roberto Calderoli (Lega) e Vincenzo Santangelo (M5s) si interviene sulla composizione dei gruppi. In particolare, verranno considerati non iscritti ad alcun gruppo i senatori che si dimettono dal gruppo di appartenenza, incluso il gruppo Misto, o ne vengono espulsi, salvo che entro il termine di tre giorni abbiano aderito a un altro gruppo già costituito, “ad eccezione del gruppo Misto”.

Viene quindi specificato che è consentita “entro il termine di tre giorni l’adesione ad una componente politica in seno al gruppo Misto, previa deliberazione favorevole degli appartenenti a tale componente e acquisita l’autorizzazione del legale rappresentante del corrispondente partito o movimento politico”.

Con la riduzione del numero dei parlamentari (nella prossima legislatura i senatori saranno 200), si stabilisce che “ciascun gruppo”, eccezion fatta per il Misto e quello relativo alle minoranze linguistiche, dovrà essere composto da “almeno sei senatori” e rappresentare un partito o movimento politico, anche risultante “dall’aggregazione di più partiti o movimenti politici”, che abbia presentato alle ultime elezioni del Senato propri candidati con lo stesso contrassegno, conseguendo l’elezione almeno un senatore.

Viene prevista però una deroga, ammettendo la costituzione di gruppi che “rappresentino un partito o un movimento politico che nella legislatura abbia presentato alle elezioni politiche, regionali o del Parlamento europeo propri candidati conseguendo l’elezione di propri rappresentanti, a condizione che tale gruppo sia costituito da non meno di nove componenti e che abbia la medesima denominazione ovvero il medesimo contrassegno del partito o movimento politico rappresentato”.

Con un emendamento approvato dall’aula del Senato si stabilisce che “in caso di aggregazione di più partiti o movimenti politici, per ciascun contrassegno presentato, anche contenente più di un simbolo”, potrà essere costituito “un solo gruppo o una sola componente politica all’interno del gruppo Misto”. A tale fine si stabilisce che “la richiesta di costituzione del gruppo o della componente politica deve essere accompagnata dall’assenso del soggetto che ha depositato il contrassegno”.

COMMISSIONI

Le commissioni parlamentari potranno essere convocate “in concomitanza con l’Assemblea qualora durante i lavori della stessa non siano previste votazioni, salvo che il presidente del Senato non disponga diversamente nell’interesse dei lavori”. Va ricordato che il testo di riforma messo a punto dalla giunta per il Regolamento riduce da 14 a 10 le commissioni parlamentari. Alcune di esse, a partire dalla prossima legislatura, si occuperanno di più temi rispetto al passato.

L’elenco completo prevede le commissioni “Affari costituzionali, affari della presidenza del Consiglio e dell’Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica amministrazione, editoria, digitalizzazione”; “Giustizia”, “Affari esteri e difesa”; “Politiche dell’Unione europea”; “Programmazione economica, bilancio”; “Finanze e tesoro; “Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport”; “Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica”; “Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare” e”Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale”.

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@ri_piero

(foto cc Palazzo Chigi)