ROMA (Public Policy) – Un vertice di circa tre ore per definire le priorità sulla manovra. È quello a cui hanno partecipato domenica sera la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepresidenti, Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Un confronto da quale è emersa la “piena condivisione di vedute” e l’intenzione di “ascoltare con attenzione le proposte migliorative” che giungeranno dal Parlamento, “sempre nel rispetto di una legge di bilancio seria e con la dovuta attenzione ai conti pubblici, che devono ancora affrontare i gravissimi danni causati dal superbonus, che nel 2025 graverà sulle casse dello Stato più dell’intera manovra”.
Alla riunione, i leader hanno dato mandato al ministro Giorgetti di valutare, alla luce delle coperture necessarie, la praticabilità di alcune proposte di modifica condivise da tutte le forze politiche della maggioranza, “in particolare relative alle forze dell’ordine, alle politiche sociali e ai settori produttivi”.
IN PARLAMENTO
Nella maggioranza, quelli passati, sono stati giorni di limature e di lavori di scrematura sugli emendamenti alla manovra, per facilitare il lavoro degli uffici tecnici e rispettare le scadenze prefissate. E così, dopo l’indicazione in prima battuta dei segnalati, ciascuna forza ha provveduto anche a mettere a punto un pacchetto di emendamenti ‘super-segnalati’. Tra questi pare escluso, per il momento, l’emendamento (segnalato in un primo momento) di Noi moderati e Misto che prevedeva un buono scuola fino a 2000 euro alle famiglie – con Isee non superiore a 40.000 euro – che scelgono un’istituzione scolastica paritaria. Ciò nonostante, Nm punterebbe a raggiungere l’accordo su un possibile aumento delle detrazioni scolastiche da 800 a 5 mila euro, “per alleviare il peso economico sulle famiglie, e incrementare gli stipendi di infermieri e medici specializzandi”, ha affermato il presidente Maurizio Lupi.
Intanto, tra i super segnalati dalla Lega restano le proposte per aumentare le risorse da destinare al Ponte sullo Stretto e per eliminare l’aliquota sulle cripto-attività al 42% – facendola tornare al 26%. Da FdI, si punta sul Fondo ‘dote di famiglia’ – con una dotazione di 30 milioni per il 2025, per destinare un contributo economico annuo di 500 euro per ciascuno figlio a carico fino a 14 anni di età per il rimborso di alcune spese come corsi di lingua, musicali e sportivi o percorsi di sostegno scolastico erogati tanto da soggetti pubblici, quanto privati o da enti del Terzo settore.
Tra gli emendamenti super segnalati alla legge di Bilancio, da parte di Forza Italia, c’è la proposta (a prima firma Roberto Pella) con cui gli azzurri chiedono di eliminare dal testo l’introduzione di un rappresentante del ministero dell’Economia e delle Finanze “nei collegi di revisione o sindacali di società, enti, organismi e fondazioni che ricevono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi a carico dello Stato, di entità significativa”.
IL DL FISCO
Poi ci sono i temi legati al decreto fiscale, all’esame della commissione Bilancio del Senato, che spesso si intrecciano con quelli della Manovra. Si va dalla conferma della riduzione del canone Rai voluta dalla Lega, alla rottamazione quinquies proposta da Forza Italia.
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VAL-GAV
(foto cc Palazzo Chigi)