ROMA (Public Policy) – Da quanto si apprende da fonti parlamentari, l’emendamento riformulato dal Governo che proponeva una modifica della disciplina del 2xmille è stato alla fine approvato – all’interno del dl Fisco, in commissione Bilancio al Senato – nella sua formulazione originaria (a firma Pd-Avs), che prevedeva esclusivamente un incremento di 3 milioni di euro dei tetti delle contribuzioni ai partiti.
COSA PREVEDEVA LA RIFORMULAZIONE DEL GOVERNO
“Il contribuente può indicare sulla scheda un solo partito politico cui destinare lo 0,2 per mille. In caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse“.
Lo prevedeva la riformulazione del Governo dell’emendamento Pd-Avs. Sul testo, però, erano arrivati nella serata di martedì – come anticipato da Il Sole 24 Ore – alcuni rilievi del Quirinale che di fatto avevano bloccato la proposta.
La riformulazione avrebbe consentito di assegnare, in maniera proporzionale, ai partiti politici, anche la quota di quei contribuenti che non hanno selezionato una preferenza.
L’emendamento riformulato prevedeva dunque di trasformare la disciplina del finanziamento ai partiti. Invece del 2 per mille attuale si sarebbe passati allo 0,2 per mille totale, con la possibilità per tutti i cittadini di selezionare o meno un partito cui dare il contributo.
La quota inoptata sarebbe stata poi, come detto, ripartita in maniera proporzionale tra i partiti scelti dai contribuenti, analogamente a quanto avviene per l’8 per mille, entro un massimo di 45,3 milioni di euro.