ROMA (Public Policy) – L’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) che è stato chiesto di implementare per lo stabilimento Ilva di Taranto “è fuori dal benchmark europeo, sia in termine di prescrizione che di tempistica e deve essere profondamente rivista”. Lo ha detto il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, durante un’audizione in commissione Industria al Senato. L’applicazione dell’Aia costerebbe 1,5-1,8 miliardi di euro, ha sottolineato Gozzi.
La sola copertura dei parchi minerali per evitare la dispersione delle polveri costa 300-340 milioni euro per coprire un’area di quasi 100 campi calcio. “Solo un parco al mondo è coperto”, ha detto Gozzi, aggiungendo che “il settore siderurgico tedesco ha ottenuto di posposrre alla fine del 2018” le prescrizioni previste dall’Aia per Taranto.
A queste condizioni “sarà impossibile trovare che qualcuno che venga a gestire Taranto”, ha sottolineato il presidente di Federacciai. Inoltre, “non esistono oggi le condizioni per cui si possa risolvere” il problema dell’acquisizione di Taranto “solo da un punto di vista italiano”, anche se “questo indebolisce gli interessi nazionali”. Per questo occorre “negoziare le condizioni corrette per gli interessi nazionali con chi dovrà venire”, ha spiegato Gozzi.
In questa prospettiva “è necessario il ruolo transitorio dello Stato per tutelare gli interessi nazionali rispetto a soggetti stranieri”. “Dietro la lettera” con cui la Commissione europea ha chiesto al governo italiano informazioni sul salvataggio dell’azienda, “c’è l’oligopolio della siderurgia in deficit di domanda che non vede l’ora di chiudere Taranto”, ha concluso Gozzi. (Public Policy)
FRA