ROMA (Public Policy) – Stop alla misura per sbloccare le infrastrutture quasi completate ma ferme “all’ultimo miglio”; alle disposizioni per accelerare gli interventi di adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione; alle semplificazioni contabili per agevolare gli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico; alle norme di semplificazione per la riqualificazione e la rigenerazione urbana.
Sono gli articoli stralciati dall’ultima bozza del decreto Mezzogiorno, approvata venerdì scorso dal Consiglio dei ministri “salvo intese”, di cui Public Policy ha preso visione. Tutte queste misure erano presenti nella bozza precedente del decreto.
L’articolo per lo sblocco delle infrastrutture ferme all’ultimo miglio riguardava le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In sintesi, i Comuni capoluogo di provincia, le Province, le Città metropolitane e le Regioni avrebbero segnalato al ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, entro il 31 ottobre 2017, le infrastrutture di competenza ritenute di carattere strategico e il cui grado di avanzamento era pari almeno all’80%.
Il ministro, dopo una selezione, avrebbe potuto dichiarare “indifferibili, urgenti e di pubblica utilità” le opere aprendo alla possibilità di nominare un commissario ad hoc per ogni singola opera quasi finita ma rimasta bloccata.
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NAF