Israele, il Mise e l’etichettatura dei prodotti delle colonie

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ROMA (Public Policy) – “In termini di flussi commerciali le linee guida per l’indicazione di origine avranno effetti pratici limitati poiché interesseranno solo il 2% dell’intero ammontare delle esportazioni israeliane verso l’Unione europea“. Inoltre saranno “utili a limitare la portata e la nocività di indeterminate azioni di boicottaggio contro i prodotti israeliani”.

A dirlo è stata la sottosegretaria Simona Vicari rispondendo, nell’aula della Camera, ad una interpellanza di diversi esponenti del gruppo Misto.

Per Vicari la recente “Nota interpretativa sull’indicazione di origine delle merci provenienti dai territori occupati da Israele dal giugno 1967” della Commissione europea “non implica alcun cambiamento normativo tra l’Unione europea ed Israele ma costituisce un chiarimento tecnico della Commissione europea ad uso degli Stati membri, e segnatamente delle loro autorità doganali, per la corretta informazione dei consumatori e per l’applicazione della differenziazione tariffaria tra beni prodotti in Israele e in Cisgiordania“. (Public Policy) NAF