Italia-Usa, cosa si sono detti Mogherini e Kerry

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ROMA (Public Policy) – La crisi in Ucraina (“dobbiamo assolutamente appoggiare il dialogo nazionale”), la situazione di stallo in Siria ma anche l’evocazione del caso dei due marò detenuti in India o quello delle studentesse rapite in Nigeria. Sono gli argomenti principali dell’incontro, il primo ufficiale in Usa per il nostro ministro degli Esteri, tra Federica Mogherini e il segretario di Stato statunitense, John Kerry (nella foto).

Oltre a due incontri alla Casa Bianca con stretti collaboratori di Barack Obama (Susan Rice e John Podesta), Mogherini parteciperà domani a una riunione ministeriale degli ‘amici della Siria’, preceduta da un incontro al Foreign Office dedicato alla situazione in Ucraina e in Libia.

L’INCONTRO CON KERRY Per la prima volta dagli accordi di Ginevra, sull’Ucraina “c’è una piccola apertura di credito”, ci sono “piccoli passi avanti da testare”, dato che sia Mosca sia Kiev sembrano pronti a “lavorare su una minima base di riconoscimento reciproco in questo momento”, secondo il ministro italiano.

Mogherini ha ricordato che lo stesso presidente russo Vladimir Putin “appoggia” la mediazione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa in vista di una de-escalation della crisi, e ha definito le presidenziali del 25 maggio “un passo nella direzione giusta”. Un atteggiamento ben diverso rispetto all’annessione della Crimea.

Sui marò, Mogherini ha illustrato a Kerry “i passi nuovi dell’Italia con l’internazionalizzazione della vicenda”, mentre in Libia occorre “creare le condizioni di stabilità istituzionale” per arginare gli sbarchi. Sull’Iran, se verrà raggiunto nelle prossime ore un accordo definitivo sul nucleare a Vienna, “sarà opportuno iniziare a ragionare su come testare la volontà e la capacita del Paese per stabilizzare la regione”. (Public Policy)

RED