ROMA (Public Policy) – Prima la conferenza stampa congiunta, lo scorso martedì, e l’impegno a far rispettare l’equilibrio di genere nella legge elettorale, poi gli emendamenti depositati in commissione Affari costituzionali alla Camera. Titti Di Salvo (Sel) aveva dichiarato: “La nostra scelta di oggi è di responsabilità pubblica collettiva perché ogni modello scelto rispetti l’articolo 51 della Costituzione. La presenza delle donne nelle assemblee elettive non è solo un fatto di rappresentanza, di democrazia ma di qualità della democrazia”. Ecco dunque i principali emendamenti all’Italicum, il testo adottato per la riforma della legge elettorale al vaglio della commissione Affari costituzionali.
PD: PARITÀ DI GENERE NELLE LISTE E NELLE PRIMARIE Una serie di emendamenti a prima firma di Roberta Agostini, coordinatrice donne del Pd e vicepresidente della commissione Affari costituzionali, punta a fare in modo che nelle liste non possano esservi due candidati consecutivi dello stesso sesso (com’è nel testo base dell’Italicum), quindi deve esserci alternanza, un uomo o una donna o una donna e un uomo, pena l’innammissibilità della lista. Questo sia per la competizione alla Camera che per il Senato, che rimane in piedi in attesa della riforma costituzionale. Anche nella prima posizione in lista le donne devono essere equamente rappresentate, un emendamento dice che “a pena di inammissibilità, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50%, con arrotondamento all’unità superiore”.
Altri emendamenti, sempre Pd, puntano a garantire la pari rappresentanza dei generi come prescrivono gli articoli 51 e 3 della Costituzione. Una modifica a prima firma di Rosy Bindi vuole introdurre le preferenze e nel caso di espressione di una doppia preferenza questa deve riguardare “candidati di sesso diverso” pena l’annullamento della seconda preferenza. Stessa proposta arriva anche da Marilena Fabbri, Luigi Famiglietti e Giovanna Sanna. Ma la parità dei sessi per il Pd va garantita anche nelle primarie, la competizione per le candidature nelle liste. Un emendamento a prima firma di Marco Meloni chiede infatti che ci sia un numero equivalente di candidature per ciascun genere e si possano scegliere due candidati ma solo di sesso diverso, pena l’annullamento del voto.
SEL E PSI SULLA STESSA LUNGHEZZA D’ONDA PD Tra le presenti alla conferenza stampa anche Pia Locatelli, Psi che ha depositato tre emendamenti all’Italicum per l’obbligo di alternanza nelle liste, un maschio e una femmina, con capilista che siano al 50% donne. Una proposta che ricalca quella di Agostini e di Sel. Il capogruppo alla Camera del partito guidato da Nichi Vendola, Gennaro Migliore, è firmatario infatti di due emendamenti per l’alternanza in lista dei generi, alla Camera e al Senato, e per il 50% di donne capolista. Locatelli, che è presidente dell’Internazionale socialista donne, ha presentato infine un emendamento che estende la parità di genere al Trentino Alto Adige, dove c’è un collegio uninominale.
NCD PER PARITÀ IN PREFERENZE E COLLEGI UNINOMINALI Nuovo centrodestra chiede che metà dei collegi siano uninominali e per metà delle liste si possa esprimere il voto di preferenza. Attorno a questo impianto chiede anche che ci sia un’equa rappresentanza di genere. In particolare per i collegi uninominali si chiede per “i candidati successivi al primo” che debbano essere “presentati in ordine alternato di genere”. Si specifica che “per le candidate donne può essere indicato il solo cognome proprio o può essere aggiunto il cognome del marito”. Se uno dei due sessi è sbilanciato, nelle liste si cancella, “partendo dal basso, le candidature del genere eccedente fino a conseguire il rispetto del criterio dell’alternanza di genere”. Sono inammissibili le liste ‘monogenere’. Anche per le liste in cui è possibile esprimere la preferenza deve esserci un equilibrio: “Qualora l’elettore esprima due voti di preferenza, questi, pena l’annullamento del secondo voto di preferenza, devono essere per candidati di genere diverso”.
CHI CI STA E CHI NO Anche Forza Italia, rappresentata da Elena Centemero, Per l’Italia con Gea Schirò e Irene Tinagli di Scelta civica appoggiano il rispetto del principio dell’equilibrio di genere nella legge elettorale come espresso nella conferenza stampa congiunta. Assenti invece M5s (che infatti non ha presentato emendamenti sul tema), Fratelli d’Italia e Lega Nord. (Public Policy)
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