L’accordo in maggioranza sulle concessioni balneari, tradotto

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di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – Dopo giorni di trattativa tra i gruppi di maggioranza e il Governo si è sciolto il nodo balneari. Se sulle date delle concessioni la quadra era stata trovata da tempo, il vero scoglio era rappresentato dalla questione indennizzi per i concessionari uscenti a carico dei subentranti. Su questo ultimo punto, il Parlamento ha deciso di passare la palla al Governo, senza la previsione di principi o paletti stringenti. Proprio sulla definizione degli indennizzi si era incagliata la trattativa tra i gruppi. Per la messa a punto dell’indennizzo, alcuni spingevano perché il valore aziendale non fosse calcolato al netto degli ammortamenti, ma fosse effettivo. Alla fine, i gruppi hanno trovato la soluzione più semplice: via tutti i dettagli, saranno i decreti legislativi a stabilire i criteri sugli indennizzi. Nell’emendamento che sarà approvato in Senato, quindi, ci si limiterà a stabilire che i dlgs dovranno prevedere la “definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell’indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante”.

Saranno il ministro delle Infrastrutture, il tecnico Enrico Giovannini, e il ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, a scrivere i decreti e quindi a definire gli indennizzi. Servirà poi il concerto del Mite, del Mef, del Mise degli Affari regionali, previa intesa in sede di Conferenza unificata. La prevalenza leghista nella definizione dei dlgs ha in qualche modo contribuito a sbloccare la trattativa durante la quale in particolar modo Forza Italia – con i senatori Massimo Mallegni e Maurizio Gasparri – hanno insistito per tutelare i concessionari attuali.

Passando al tema gare, come anticipato nei giorni scorsi, si stabilisce che le concessioni balneari dovranno essere messe a gara prima del 31 dicembre 2023. Ma “in presenza di ragioni oggettive”, come “la pendenza di un contenzioso” o “difficoltà oggettive legate all’espletamento” della gara stessa, potranno essere considerate ragioni che impediscono la conclusione delle gare sulle concessioni balneari prima di questa data. Le gare, comunque, non potranno essere concluse comunque dopo il 31 dicembre 2024. Servirà – ed è una novità delle ultime ore – un “atto motivato” dell’autorità competente per differire il termine della gara stessa a dicembre 2024.

Il sistema messo a punto deroga – di fatto – quanto stabilito da una sentenza della Consulta, in base alla quale le gare si sarebbero dovute concludere entro il 31 dicembre 2023; dal 1° gennaio 2024 sarebbero considerate abusive le occupazioni di demanio tramite concessioni non assegnate con gara. In sostanza, la maggioranza ha messo a punto un sistema per prevedere una sorta di ‘anno cuscinetto’ – tutto il 2024 – per consentire di completare le gare. E senza considerare ‘abusivi’ gli stabilimenti dopo il dicembre 2023. Anche questa viene considerata una sorta di garanzia per i concessionari attuali. Durante i giorni di trattativa, infatti, non sono mancate voci che lasciavano presagire come nel 2024 – quindi dopo le elezioni politiche del prossimo anno e la fine del Governo Draghi – ci potesse essere spazio per intervenire con un’ulteriore proroga delle concessioni in essere. Su come superare i paletti – piuttosto rigidi – della sentenza della Consulta, si vedrà. (Public Policy)

@fraciaraffo