ROMA (Public Policy) – Dall’introduzione di una certificazione della parità di genere alla costituzione a Palazzo Chigi di un comitato tecnico permanente sulla certificazione di genere nelle imprese, passando anche dalla previsione di sgravi contributivi ad hoc e da una modifica sostenziale della normativa in materia di rapporto aziendale sul personale.
La scorsa settimana in commissione Lavoro alla Camera si è chiuso l’esame del testo unificato delle pdl sulla parità di genere. Dopo che il nuovo testo avrà avuto il via libera dalle altre commissioni cui è stato trasmesso, in sede consultiva, sarà pronto per l’esame dell’aula di Montecitorio.
Vediamo il contenuto del provvedimento, come risultante dall’approvazione degli emendamenti in XI commissione, che modifica anche il codice delle pari opportunità tra uomo e donna, ossia il dlgs n. 198 del 2006.
CERTIFICATO DI PARITÀ
La novità più rilevante della normativa è contenuto in un articolo che aggiunge l’articolo 46-bis al codice delle pari opportunità. Prevedendo che a decorrere dal 1° gennaio 2022 sia istituita “la certificazione della parità di genere al fine di riconoscere le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere, tutela della maternità”.
Si rinvia, poi, ad appositi dcpm il dettaglio della disciplina, in relazione ai “parametri minimi per il conseguimento della certificazione della parità di genere da parte delle aziende”, le modalità di coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e delle consigliere e dei consiglieri territoriali e regionali di parità e delle forme di pubblicità.
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IAC