ROMA (Public Policy) – La Lega ha ritirato tutti gli emendamenti al ddl Salario minimo presentati in commissione Lavoro al Senato. Il ritiro – si apprende da fonti leghiste – è stato deciso a fronte dell’avvio di un tavolo tecnico in sede governativa per mettere a punto un provvedimento condiviso.
Il provvedimento, fortemente sostenuto dal M5s, era stato rilanciato lunedì dal ministro del Lavoro e leader del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, ed era arrivato anche sul tavolo dell’ultimo vertice di Governo. E proprio durante il vertice di lunedì è stato “concordato di accelerare sulla proposta legislativa sul salario minimo”.
Tra gli emendamenti presentati dal Carroccio, e quindi ritirato, c’è anche quello di riconoscere il salario minimo solo ai lavoratori non coperti da contrattazione collettiva. La proposta di modifica – a prima firma William De Vecchis – puntava a riscrivere l’articolo 1 della proposta di legge a firma M5s.
“Si considera retribuzione complessiva proporzionata e sufficiente il trattamento economico complessivo, proporzionato alla quantità e qualità del lavoro prestato, non inferiore a quello previsto per ciascuna categoria di lavoratori dal contratto collettivo nazionale o territoriale di riferimento. Per i soli settori e per le sole categorie non regolamentate dalla contrattazione collettiva – si legge nell’emendamento – è previsto un salario minimo legale pari a 9 euro all’ora al lordo degli oneri previdenziali e assistenziali“.
Con l’attuale formazione del testo, invece, i 9 euro lordi l’ora sarebbero da corrispondere a tutti i lavoratori, anche quelli coperti da contratto. (Public Policy) FRA