ROMA (Public Policy) – L’aula della Camera ha dato martedì il primo via libera al dl Flussi, recante “disposizioni urgenti in materia di ingresso regolare di lavoratori e cittadini stranieri, nonché di gestione del fenomeno migratorio”.
Il decreto, approvato in via definitiva dal Cdm il 2 ottobre scorso e in vigore dal 3, è ora stato trasmesso al Senato per l’approvazione definitiva (attesa per il 25 ottobre mediante un passaggio lampo a Palazzo Madama).
Si ricorda che il testo – che ha prorogato fino al 2028 le misure per l’ingresso fuori quota di 10.000 lavoratrici e lavoratori stranieri all’anno per lavoro domestico – non definisce le quote di ingresso, che sono invece programmate dal dpcm approvato contestualmente al decreto e che le ha fissate a 164.850 per ciascun anno del triennio. Durante l’iter in commissione Affari costituzionali alla Camera il testo ha subito alcune modifiche.
BLINDATO IL RUOLO DELLE AGENZIE DI SOMMINISTRAZIONE
Quanto alla precompilazione antecedente alla richiesta di nulla osta al lavoro e ai limiti numerici delle richieste di nulla osta, l’intervento della Affari costituzionali ha permesso di “blindare” quanto già previsto da una circolare interministeriale del 16 ottobre scorso.
Il tetto al numero delle richieste che i datori di lavoro possono presentare come utenti privati, fissato dal dl a 3, non si applica infatti alle domande presentate dalle organizzazioni datoriali, dai professionisti e, con l’ok della I, dalle “agenzie di somministrazione”, che potranno in sostanza procedere alle assunzioni.
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