Alla riformina elettorale mancano due cose: una è il taglio dei parlamentari

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ROMA (Public Policy) – Entrerà in vigore il 26 giugno la legge 51/2019, la cosiddetta riformina elettorale – pensata da M5S e Lega – per garantire una legge elettorale operativa al di là della possibile riduzione dei parlamentari.

La legge, oltre a sostituire i numeri assoluti dei collegi uninominali con la frazione dei tre ottavi, prevede un’importante delega al Governo “condizionata” alla promulgazione di una legge costituzionale che modifichi il numero dei parlamentari.

IL POSSIBILE DLGS

La delega per definire i nuovi collegi uninominali e plurinominali scatterà nel caso in cui la legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari verrà promulgata entro il 26 giugno 2021 (24 mesi dalla data di entrata in vigore della riformina).

Stando alle parole del vicepremier e capo politico M5s Luigi Di Maio, l’iter parlamentare della riforma costituzionale che taglia i parlamentari dovrebbe completarsi entro l’estate. Naturalmente, come previsto dall’art. 138 della Costituzione, nella seconda votazione servirà la maggioranza di due terzi dei componenti di ciascuna delle due Camere per evitare il referendum confermativo.

Il decreto legislativo che cambierà i collegi, di fatto ampliandoli, verrà adottato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge costituzionale. I principi e criteri direttivi della delega non scardinano assolutamente l’impianto del Rosatellum, già testato alle scorse elezioni politiche.

L’ITER PREPARATORIO DEL DLGS

Viene poi confermata la procedura preliminare già prevista dalla legge 165/2017. Per la definizione dei nuovi collegi, il Governo si avvarrà di una commissione composta dal presidente dell’Istat, che presiederà la commissione, e da dieci esperti in materia attinente ai compiti che la commissione è chiamata a svolgere.

Lo schema del decreto legislativo dovrà essere trasmesso alle Camere per l’espressione dei pareri delle commissioni parlamentari competenti per materia, che si pronunceranno entro quindici giorni dalla data di trasmissione. Se il decreto legislativo non sarà conforme al parere parlamentare, il Governo, contemporaneamente alla pubblicazione del decreto, dovrà inviare alle Camere una relazione contenente adeguata motivazione. In caso di mancata espressione del parere parlamentare nel termine previsto, il decreto legislativo potrà comunque essere emanato. (Public Policy) MDV