ROMA (Public Policy) – Nessuna accelerazione al Senato sulla legge elettorale: “prima si deve modificare la Costituzione, poi si fa la legge elettorale conseguente”. Risponde così a Public Policy il relatore alle riforme e vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli (Lega Nord), in merito all’iter dell’Italicum, fermo a Palazzo Madama da quasi due mesi.
Quindi la vittoria del Pd (e di Matteo Renzi) alle elezioni europee del 25 maggio “non inciderà – spiega un senatore renziano – sulla legge elettorale. L’obiettivo di Renzi non è tornare subito alle elezioni”. Certo è, che almeno in un primo momento, questa ipotesi – spiega un senatore della minoranza Pd – “poteva tenersi in piedi”. Renzi – continua – “forte del suo 41% non avrebbe problemi a tornare ad ottobre alle elezioni, potrebbe approvare l’Italicum al Senato anche senza Forza Italia e quindi ottenere probabilmente la maggioranza alla Camera, senza passare al ballottaggio”.
Ipotesi però, come detto, che al momento tra i parlamentari che appoggiano il premier non trova riscontro. Per alcuni la “rapidità” delle due riforme (elettorale e costituzionale) prescindono dal risultato elettorale di domenica: “Renzi – dice una senatrice democratica – lo ha promesso e lo ha ribadito più volte, le riforme e la legge elettorale si faranno presto”. E anche alcuni esponenti della minoranza Pd concordano sul far presto, “l’importante – dice un senatore – è che la ministra Maria Elena Boschi non si impunti, quindi dipende dal governo”. (Public Policy)
SOR