L’APPELLO ALLA POLITICA DI UN GRUPPO DI ACCADEMICI, UN ANNO FA
(Public Policy) – Roma, 30 apr – “Scegliere la guida
politico-istituzionale del Paese, passando a un sistema di
elezione diretta del capo dello Stato sul modello
semipresidenziale francese; riformare il bicameralismo
perfetto; ridurre il numero dei parlamentari e riformare
radicalmente il sistema del finanziamento pubblico”. Era il
10 giugno 2012, quasi un anno fa, quando questo appello al
mondo della politica apparve sul Corriere della sera, a
firma di otto professori universitari.
Tra loro Giovanni Guzzetta, costituzionalista, ex capo di
gabinetto di Renato Brunetta, presidente del comitato
promotore dei referendum costituzionali del 2009 sulla legge
elettorale; Andrea Romano, attuale deputato di Scelta
civica; e Sofia Ventura, allora vicina alla fondazione
finiana Fare Futuro.
Nella lettera-appello si parlava ‘profeticamente’ di “un
accordo virtuoso tra i riformisti di questo Paese; un
accordo che preveda la disponibilità di ciascuno ad
accogliere le ragioni dell’altro”. E si passava in concreto
a indicare ai partiti di ieri (che sono quelli di oggi) come
farlo: “Il Pdl ha lanciato una proposta: presidenzialismo
alla francese con elezione delle Camere con doppio turno di
collegio.
Ricordiamo che quando questo modello fu adottato
Oltralpe, in condizioni di ingovernabilità molto simili a
quelle attuali del nostro Paese, la Francia era considerato
il grande ‘malato d’Europa’. Oggi il grande malato d’Europa
è l’Italia. Il Partito democratico da tempo sostiene il
sistema elettorale a doppio turno, per il quale si rende
oggi disponibile anche il partito di Angelino Alfano”.
“Inoltre – si legge ancora – sappiamo che all’interno del
Pd non sono poche le voci responsabili di quanti hanno
compreso l’importanza dell’elezione diretta di un presidente
governante […] L’accordo virtuoso può essere dunque
raggiunto, i tempi tecnici ci sono e pare che la volontà
politica stia prendendo forma. Le forze politiche hanno
ormai solo quest’ultima possibilità, è a loro che ci
appelliamo, consapevoli della gravità del momento: questa è
l’ultima chiamata”.
Tra le proposte degli accademici rientrava quindi un
“sistema di elezione dei parlamentari con metodo uninominale
maggioritario a doppio turno, o comunque ad un sistema di
elezione diretta del capo dell’Esecutivo e la riforma
dell’attuale bicameralismo perfetto in un sistema con una
Camera che dia la fiducia al Governo e una che rappresenti
le Autonomie”. (Public Policy)
GAV




