ROMA (Public Policy) – “Per reintegrare economicamente lo sforzo profuso dagli Stati membri dell’Ue a supporto” dell’Ucraina “a seguito dell’aggressione subita da parte della Federazione russa, l’Unione europea ha autorizzato l’accesso allo European Peace Facility. Si tratta di uno strumento istituito già nel marzo 2021, al fine di consolidare la capacità dell’Ue di prevenire conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale consentendo il finanziamento di azioni operative nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune che hanno implicazione nel settore militare o della difesa. L’Italia, al pari di altri Stati membri dell’Ue, ha avuto accesso all’Epf e allo stato attuale vede l’assegnazione di una prima tranche di fondi che sarà erogata a partire da febbraio 2023 in tre fasi nel corso del triennio 2023-2025“.
Così il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, rispondendo in commissione Difesa alla Camera all’interrogazione a prima firma di Marco Pellegrini (M5s) sulla riassegnazione delle somme in entrata derivanti dalle cessioni all’Ucraina di materiale e mezzi militari.
Perego ha poi sottolineato che “il comma 2 bis del decreto legge n.14 del 25 febbraio 2022 (che prevede l’integrale riassegnazione delle somme in entrata per effetto dei decreti autorizzativi della cessione di mezzi, materiali e equipaggiamenti militari all’Ucraina sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del ministero della Difesa; Ndr) come novellato a maggio 2022, con un Esecutivo sostenuto da una maggioranza di cui faceva parte anche il partito dell’interrogante, nel limitarsi alla menzione di somme in entrata senza specificarne origine e natura abbia inteso preservare l’indispensabile flessibilità di azione per consentire l’eventuale accesso per il futuro a un più ampio raggio di strumenti di reintegro”.