Lo Spillo

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ROMA (Public Policy) – di Enrico Cisnetto – Dal futuro non si torna indietro. Così, in tempi di profonda crisi economica e di fiducia, mentre i consumi crollano vertiginosamente, fioriscono il commercio online e le transazioni elettroniche. Purtroppo, in Italia si regola cash ancora l’87% degli acquisti (8% del pil), mentre nei Paesi dell’Unione la media è 66,6% (19,6% del pil in Francia e 33,1% nel Regno Unito). Inoltre gli italiani fanno in media solo 50 transazioni online, la metà degli spagnoli e un ottavo dei finlandesi. Siamo indietro, terribilmente indietro, visto che il mercato senza contante sta crescendo esponenzialmente nel mondo (+8,5% nel 2012) e nel 2015 si prevede che il 50% della popolazione europea farà acquisti online.

Insomma, per agganciare la domanda globale, come anche per facilitare e rilanciare i consumi, lo sviluppo dei sistemi di pagamento elettronici può essere un volano fondamentale, senza contare che l’uso del contante ha un costo anche piuttosto elevato, pari allo 0,52% di pil ogni anno (e anche qui siamo indietro rispetto alla media europea, che registra lo 0,46%), e cioè circa 10 miliardi. Senza contare che l’uso del contante facilita, per non dire stimola, l’evasione fiscale. Se ogni italiano riducesse di 15 euro i prelievi bancomat è stato stimato un gettito per l’erario di 9,8 miliardi, mentre 10 milioni di carte in più (meno della crescita avvenuta tra il 2006 e il 2011) farebbero incassare allo Stato 5 miliardi di euro.

Insomma, per aumentare gli introiti fiscali non è detto che servano sacrifici lacrime e sangue. Per questo da un parte è bene lodare sia l’Antitrust Ue, che ha da poco reso obbligatorio il taglio delle commissioni interbancarie per i pagamenti con carte (-0,3% del valore della transazione per le carte di credito e -0,2% per quelle di debito), sia operatori come CartaSi, che ha deciso di puntare sull’innovazione, iniziando a commercializzare la nuova carta contacless, e sulla fidelizzazione dei clienti, puntando a sradicare il radicato quanto erroneo pregiudizio che il contante sia più sicuro e comodo.

Dall’altra parte, però, è bene non cadere nell’errore di voler procedere con l’accetta della coercizione, come i vari governi hanno più volte fatto ponendo sclerotici limiti universali al contante sia per gli acquisiti che per il pagamento degli affitti, o ballerine scadenze temporali sull’obbligo di accettare pagamenti Pos per i professionisti. La semplice coercizione non funziona né in Italia, né altrove come dimostra Vladimir Putin, che di fronte all’interruzione del servizio per i clienti russi di alcuni operatori della moneta elettronica, ha subito annunciato la creazione di un proprio sistema di pagamento, sul modello di Giappone e Cina. Insomma, un plauso agli strumenti legislativi che in Italia hanno recepito la normativa europea sulla tutela del consumatore. Il governo ora però dia regole chiare e semplici, che promuovano l’innovazione, senza far venire il mal di testa agli utenti con continue modifiche normative e cervellotici obblighi di adempimento. La rottamazione funziona meglio con gli incentivi, anche quella del contante. (Public Policy)

@ecisnetto