Lo Spillo

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ROMA (Public Policy)  (di Enrico Cisnetto) – Ironia della sorte, a pochi giorni dal definitivo cambio di governo, il tante volte annunciato decreto “Destinazione Italia” è legge. Ma legge sterile. Con 121 voti favorevoli e 91 contrari l’Aula del Senato ha approvato un provvedimento che interviene su molteplici settori con normative che rispecchiano la logica della “politica del cacciavite” professata da Enrico Letta. Però, oltre ad essere interventi marginali, sono quasi tutti pressoché inefficaci perchè non entreranno in vigore fino all’emanazione dei relativi decreti ministeriali attuativi e, purtroppo, l’esperienza ci insegna che in questi casi l’attesa può protrarsi per mesi, se non per anni. Per i fondi aggiuntivi a favore dell’Expo servirà un decreto del Ministero delle Infrastrutture; per l’indennizzo alle imprese che lavorano a infrastrutture strategiche (come la Tav) e che subiscono danni materiali per eventi esterni, dovrà intervenire via Venti Settembre; i 500 milioni di euro per favorire l’accoglienza turistica dovranno aspettare gli Affari Regionali; i fondi per incentivare i controlli contro il lavoro nero saranno inutilizzabili senza l’azione del dicastero del Lavoro. Per i 30 decreti attuativi sarà quasi il Ministero dello Sviluppo Economico ad essere chiamato in causa per legiferare.

Abbiamo già analizzato su questa rubrica come il regime della “compensazione” fra le cartelle esattoriali e i crediti delle imprese con la Pubblica amministrazione per entrare in vigore sia condizionato, oltre che dagli “equilibri di finanza pubblica”, da un decreto ministeriale. Allo stesso modo i fondi per gli incentivi alle rinnovabili, quelli a fondo perduto per le aziende che investono in digitalizzazione, l’operatività del credito di imposta per le imprese che innovano, il cosiddetto “bonus librai” (meritevolmente esteso dal Parlamento anche alle pubblicazioni digitali), la possibilità per le Pmi e le start-up “rosa” di usufruire di nuovi strumenti finanziari per l’accesso al credito come i mini-bond e le cartolarizzazioni, i bandi di gara per la riconversione di alcune attività di estrazione di gas del Sulcis, per adesso restano solo lettera morta. Insomma, non proprio una chiusura in bellezza, visto che dovrà essere la burocrazia a dare seguito alle decisioni della politica, con la politica che perde un’altra volta il suo primato. Inoltre, con il cambio da Letta a Renzi, verranno sostituiti quasi tutti i titolari dei ministeri. Chissà quale sarà la “destinazione” dell’Italia. (Public Policy)

EDP