ROMA (Public Policy) – di Enrico Cisnetto – Quando la malattia è grave gli antidolorifici servono, ma attenzione che ad esagerare sorgono controindicazioni e complicazioni.
Ecco, per quanto sia un bene che il governo con un decreto legge di emergenza abbia disposto la riapertura dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone – evitando, dopo il caso Ilva, la paralisi di un’altra importante attività economica per un contestato intervento della magistratura – dobbiamo dirci con franchezza che siamo di fronte solo a un palliativo che rischia di far dimenticare le vere cause della patologia.
Dopo due precedenti sentenze opposte, una settimana fa la Cassazione aveva sigillato i cantieri navali per assenza delle autorizzazioni prescritte dalla legge. In pratica, la costruzione di tre navi da crociera non è stata bloccata per la presenza di rifiuti pericolosi o radioattivi, ma perché gli scarti di lavorazione venivano gestiti da appaltatori invece che dalle stazioni appaltanti dotate dell’autorizzazione iniziale.
Ora, sebbene di fronte a motivazioni di questo “rango” sia stato fondamentale far ripartire subito le attività, bisogna essere consapevoli che si tratta di un’eccezione. Perché per le imprese la regola, invece, è l’incertezza più totale, con un contesto di norme barocche, stratificate e irrazionali. La ferita resta aperta non
tanto o non solo perché il tessuto produttivo italiano è costituito da una miriade di piccole imprese, ma perché indeterminatezza delle leggi, strapotere della magistratura e arbitrarietà degli interventi politici condizionano ogni normale attività imprenditoriale.
Tribunali e governo agiscono sempre d’urgenza, mentre le aziende avrebbero disperato bisogno di certezza, stabilità e programmazione. Insomma, il problema non è certo risolto, visto che Palazzo Chigi è intervenuto perché quelli di Fincantieri sono stati etichettati come “impianti strategici”, mentre nulla cambia per tutti quelli che non lo sono o non vengono definiti tali. L’intervento ha permesso a 5mila lavoratori di tornare al loro posto e a Fincantieri di continuare nella produzione.
Bene, ma cosa sarebbe successo se i lavoratori fossero stati 500 o 50? E se l’azienda fosse stata una Brambilla qualsiasi? Per guarire da una malattia così grave non basta un palliativo e nemmeno aggredire un singolo sintomo, serve una terapia profonda in grado di incidere alla base sull’incertezza normativa. Chiamate uno bravo. (Public Policy)
@ecisnetto