MAGISTRATURA, BARANI (PDL) PRESENTA RIFORMA COLLOCAMENTO FUORI RUOLO

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IL GOVERNO MONTI AVEVA FATTO SCADERE LA DELEGA

(Public Policy) – Roma, 20 mag – Il senatore Lucio Barani
del Popolo della libertà ha presentato un disegno di legge
(AS 376) di riforma del sistema di collocamento fuori ruolo
dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili e
militari.

Il tema, che rilancia le polemiche sulla mancata adozione
da parte del Governo Monti del decreto legislativo, scaduto
il 28 marzo, prevede misure fortemente restrittive per
contenere il collocamento fuori ruolo della magistratura
inserendo un limite temporale di 6 anni.

Barani, medico, è componente la commissione Giustizia e ha
presentato numerosi disegni di legge tra cui le norme sulle
responsabilità civile dei magistrati, sulla custodia
cautelare, delega al Governo sulla separazione delle
carriere della magistratura e un disegno di legge
costituzionale sulla abolizione dell’obbligatorietà
dell’azione penale.

Per quanto riguarda la riforma del collocamento fuori ruolo
della magistratura, “nel corso degli anni – si legge nella
relazione – tali materie sono state oggetto di ripetuti
interventi legislativi che hanno determinato, allo stato,
una sostanziale incontrollabilità di un fenomeno che ha
raggiunto dimensioni preoccupanti a scapito, anzitutto,
anche se non solo, dell’efficienza della giustizia.

Allo stato, infatti, non è neppure possibile conoscere il numero
preciso dei magistrati fuori ruolo, né la loro collocazione,
e un ‘censimento’, sia pure relativo ai soli magistrati
ordinari, cui si era impegnato il Consiglio superiore della
magistratura (Csm) a fronte di richieste provenienti
anzitutto da settori della magistratura, a tutt’oggi non è
stato realizzato”.

“Certo è – prosegue la relazione di Barani – che con
l’attuale sistema, che ha eliminato persino il limite di un
numero massimo, le unità di magistrati fuori ruolo sono
oltre 270, solamente per quelli ordinari. Si tratta di un
numero elevatissimo di magistrati, di una straordinaria
risorsa sottratta all’esercizio delle funzioni
giurisdizionali in una situazione in cui l’organico
complessivo della magistratura appare, già di per sé,
largamente deficitario”.

Il disegno di legge prevede all’articolo 1 che: “Sono considerati
fuori ruolo i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e
militari che non svolgono funzioni giudiziarie e che non sono
collocati in uffici giudicanti o requirenti”.

L’articolo 2 recita: “Il numero di magistrati posti fuori
ruolo non può essere superiore a cento per i magistrati
ordinari e a venticinque per ciascuna delle altre categorie.
Il superamento del limite rende nullo e privo di qualsiasi
efficacia, anche per gli aspetti economici retributivi, il
relativo provvedimento di collocamento fuori ruolo”.

Il disegno di legge detta misure anche per la durata dei
periodi di collocamento fuori ruolo che non può, “durante
l’intero corso della carriera, essere superiore a 6 anni.
“Il collocamento fuori ruolo non può in ogni caso essere
disposto nei primi dieci anni di carriera del magistrato”.

La proposta del senatore pidiellino restringe la
possibilità del fuori ruolo se c’è una scopertura di
organico del 10% negli uffici giudiziari in cui svolgono le
loro funzioni: “Non possono essere posti fuori ruolo
magistrati che svolgono le loro funzioni in uffici
giudiziari in cui è presente una scopertura di organico
superiore al 10 per cento, ovvero che siano impegnati nella
trattazione di processi in relazione ai quali
l’allontanamento possa avere gravi conseguenze negative”.

In riferimento alla presenza dei magistrati nei ruoli
chiave dei ministeri in qualità di capo di gabinetto di capo
del legislativo, l’articolo 3 stabilisce che i magistrati
ordinari, amministrativi, contabili e militari non possono
in alcun caso essere collocati fuori ruolo al fine di
ricoprire, nell’ambito dell’amministrazione dello Stato e in
relazione alla struttura organizzativa di ciascun ministero,
incarichi o ruoli di diretta collaborazione dei ministri.

All’articolo 4 si stabilisce che in nessun caso l’aver svolto
funzioni fuori ruolo può essere considerato al fine dell’assegnazione
al magistrato di incarichi direttivi o semidirettivi. Per
quanto riguarda gli incarichi extragiudiziari il limite è di
60 ore lavorative e l’importo complessivo non potrà essere
superiore a 15 mila euro.

E, a proposito della trasparenza, il disegno di legge
prevede che siano pubblicati in un’apposita sezione nei siti
internet ufficiali della magistratura di appartenenza e
dell’ente pubblico o privato nel quale svolgono i detti
incarichi i magistrati collocati fuori ruolo, insieme al
compenso percepito, l’ufficio di provenienza, la data di
inizio dell’incarico stesso e la data in cui l’incarico avrà
termine.

“Il Governo Monti – dice il senatore interpellato da Public
Policy – non ha approvato quel decreto legislativo perché
stava sotto scacco della magistratura”.

Ci sono possibili convergenze, spiega, anche perché il
relatore è un senatore del Movimento 5 Stelle, Michele
Gianrusso, che quindi condivide lo spirito della riforma.
Il provvedimento è in commissione Giustizia del Senato che
inizierà l’esame domani, martedì 21 alle ore 14,45. (Public
Policy)

SAF