MEZZOGIORNO, LE PROPOSTE DEI PARTITI PER RILANCIARE IL SUD ITALIA

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(Public Policy) – Roma, 7 feb – Questa mattina a Radio Anch’io gli
esponenti di quasi tutti gli schieramenti politici hanno presentato
le loro proposte per il rilancio del Mezzogiorno. Da Sel che vuole dare
600 euro a tutti i cittadini, a Cicchitto (Pdl) che vuole abbattere il
debito pubblico, abbassare la pressione fiscale e applicare i costi
standard per gli enti locali.

DE PETRIS (SEL): 600 EURO A TUTTI I CITTADINI
“Bisogna investire sull’economia verde. Il 66% dell’energia
rinnovabile prodotta in Italia è prodotta nel Sud”. Loredana
De Petris, responsabile green economy e agricoltura di Sel,
candidata al Senato nella circoscizione Lazio, dà la sua ricetta
di priorità per lo sviluppo del Mezzogiorno: “Innovazione, economia
verde, agricoltura e un turismo di qualità legato al territorio
sono elementi importantissimi per il Sud ma che servono a
tutto il paese”. Per De Petris, bisogna utilizzare la leva
fiscale anche per chi investe in innovazione e non solo per
creare occupazione, attraverso sgravi sul costo del lavoro.

Sulle infrastrutture, De Petris, è “la questione su cui
occorre intervenire” in modo prioritario, “abbandoniamo le
opere faraoniche”, come il ponte sullo stretto di Messina.
Un’altra questione fondamentale per la candidata di Sel è
il reddito di cittadinanza: “È una forma moderna del
welfare, non ha nulla a che fare con politiche
assistenzialiste. Non è una indennità di disoccupazione –
spiega De Petris-, pensiamo di dare a tutti coloro che non
hanno un lavoro 600 euro al mese. Solo noi Grecia e
Portogallo non lo abbiamo, tutti gli altri paesi europei ce
l’hanno”.

FICO (M5S): RIPARTIRE DALLA TUTELA DEL TERRITORIO
E DALLA SALUTE
“Stiamo costruendo una cultura e una visione del futuro: cosa
mangeremo tra vent’anni? come ci sposteremo? Bisogna ristabilire
il senso di comunità, di moneta, le produzioni locali, l’economia di
felicità. Si tratta di ristabilire l’agenda delle priorità
partendo dal basso, da una nuova cultura”. Così Roberto
Fico, capolista del Movimento 5 Stelle in Campania, è intervenuto
sul tema dello sviluppo del Mezzogiorno e delle priorità politiche
del movimento.

“Noi non chiediamo un voto – continua Fico – se vogliamo
cambiare il Paese dobbiamo rimboccarci le maniche tutti, 100
parlamentari del 5 stelle non servirebbero a niente,
chiediamo un voto di partecipazione”. Per Fico, prioritario
è che, in particolare in Campania, venga controllato lo
sversamento di rifiuti tossici e propone di mandare
l’esercito nelle zone a rischio, piuttosto che in missione
di pace all’estero, “dobbiamo ripartire dal territorio e
dalla salute”.

Sulle infrastrutture e i collegamenti veloci nel Sud, per
esempio tra Napoli e Bari, Fico risponde, dopo aver
sottolineato il no alla Tav in Val di Susa, in Piemonte:
“Iniziamo a fare le infrastrutture di base, economiche e
pulite per tutti per collegare le città, in questo momento
non le abbiamo. E poi parliamo del resto, calcolando prima
l’impatto ambientale”.

CICCHITTO (PDL): RIPARTIAMO DAI COSTI STANDARD DEGLI ENTI LOCALI
Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera e
ricandidato alla Camera nel Lazio (subito dopo il segretario
del partito Angelino Alfano), per far ripartire il Mezzogiorno
d’Italia bisogna abbattere il debito pubblico, abbassare
la pressione fiscale e applicare i costi standard per gli
enti locali.

“Si riparte dai costi standard del federalismo, è un nodo
fondamentale – spiega – O gli enti locali del Mezzogiorno
raggiungono un’efficienza simile a quelli del Nord, o il
meccanismo non funziona”. Rigetta lo slogan della Lega, alleata,
in questa campagna elettorale “Prima il Nord” ma ritiene che “Nord e
Sud devono andare in parallelo” e bisogna affrontare
“abbattimento del debito, pressione fiscale e cambiare
impostazione con l’Europa”, uscendo da una politica di solo
rigore.

BINDI (PD): RIPARTIAMO DALLA CONOSCENZA DELLE REALTÀ TERRITORIALI
“Si parte innanzitutto da una consapevolezza: la Calabria
è invasa dai rifiuti. C’è un italiano che sa? C’è qualcuno
che sa che la Calabria è commissariata per questo?”
Rosy Bindi dà la sua ricetta per il Sud.

“Rappresenterò la Calabria nel prossimo Parlamento – spiega
la capolista in Calabria per il Pd e presidente
dell’Assemblea nazionale del partito – bisognerà che il
Governo di centrosinistra cominci dal Mezzogiorno”.
Alla domanda su quali saranno i primi provvedimenti portati
in Consiglio dei ministri, Bindi risponde: “Diminuire il
costo del lavoro è fondamentale, per far emergere il nero,
intervenire sul lavoro dei giovani e delle donne”.

A questo si aggiungono le infrastrutture sul territorio:
“Bisogna collegare i porti, come quello di Gioia Tauro con
le infrastrutture di terra. E poi non ci sono più treni, non
c’è la possibilità di spostarsi”.

È critica verso la Spending review degli ultimi mesi:
“Credo che la spesa pubblica deve essere tenuta sotto
controllo con la conoscenza dei territori”.

Bindi risponde anche sulla proposta di Sel (alleato con cui
corre alle elezioni) di un reddito di cittadinanza, un
assegno a tutti coloro che non hanno un lavoro: “Una forma
di lotta alla povertà dobbiamo affrontarla, ma non deve
avere nessun contorno di natura assistenzialista”.

COTA (LEGA): RESPONSABILIZZIAMO GLI AMMINISTRATORI LOCALI
Per il governatore leghista del Piemonte Roberto Cota,
il Sud riparte se viene responsabilizzata la politica: “Bisogna
responsabilizzare gli amministratori locali – spiega – partire dal
fatto che ciascun territorio si debba gestire in base alle risorse
ed entrate tributarie che vengono pagate sul territorio”. Per Cota
questa è la prima forma di responsabilizzazione. Fa un
esempio concreto: “Se un territorio non potrà mai avere una
vocazione industriale è inutile fare cattedrali nel deserto,
più saggio sarebbe investire nel turismo”. Cota cita le
clientele politiche che hanno impedito uno sviluppo
adeguato.

“Pensare di fare il ponte sullo Stretto (di Messina; Ndr)
quando c’è la Salerno-Reggio Calabria che è un imbuto, non
tiene conto delle esigenze del territorio”. Cota propone
anche di potenziare in Sicilia i collegamenti aerei.
Sulla proposta leghista che il 75% di quanto pagato in
tasse rimanga sul territorio, riducendo l’afflusso di
risorse verso il Sud, Cota risponde: “Il 25% lo daremo
ancora a Roma, ci sarebbe sicuramente ancora una quota per
sperequare”.

Cota interviene anche sulle assunzioni pubbliche al Nord,
facendo l’esempio dei forestali: “In Sicilia abbiamo 25 mila
forestali, si paga uno stipendio a coloro che non fanno
niente. La risposta (dei politici locali; Ndr) è che
l’assunzione ha anche una funzione sociale, ma in questo
modo si violano le regole sugli ammortizzatori sociali. Chi
dà un ammortizzatore sociale improprio penalizza quelli che
ne avrebbero diritto, come coloro che sono in cassa
integrazione”.

D’ALIA (UDC): DETASSARE IL LAVORO E LE IMPRESE
Riduzione della pressione fiscale e dell’Irap. È la ricetta
per lo sviluppo del Sud, di Gianpiero D’Alia, capogruppo Udc al Senato,
e ricandidato capolista alla Camera per la Sicilia.

“Nelle proposte che come Udc e polo dei riformatori di
Monti abbiamo fatto – risponde – c’è la riduzione della pressione
fiscale, in particolare modo dell’Irap, per le imprese che investono nel
Mezzogiorno e creano occupazione stabile, e riduzione del
cuneo fiscale per quelle imprese che assumono giovani fino a
29 anni”.

Per l’esponente siciliano dell’Udc, bisogna investire nelle
infrastrutture materiali e immateriali, cominciando
dall’abbattimento dei costi energetici per le aziende e
dalla banda larga: “Qua vanno concentrate le risorse,
comprese quelle dell’Unione europea”. (Public Policy)

LAP