di Sonia Ricci
ROMA (Public Policy) – Se è vero che sul decreto Milleproroghe pesa il poco tempo a disposizione, è altrettanto vero che all’orizzonte si intravede un tema spinoso che potrebbe creare problemi (e ritardi) al Governo di Mario Draghi che sta prendendo forma: quello della prescrizione.
Il decreto è fermo da diversi giorni nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio alla Camera a causa della crisi e perché si attende la nascita della nuova maggioranza parlamentare. Il Governo uscente, chiamato a sbrigare solo gli affari correnti, non se l’è sentita di esprimere i pareri sugli emendamenti, come spesso avviene in questi casi, e dunque l’inizio delle votazioni è stato rinviato alla prossima settimana.
Il tempo a disposizione è poco, il provvedimento scade all’inizio del prossimo mese e il Senato lo deve ancora esaminare (oltre all’aula di Montecitorio). I presidenti Giuseppe Brescia (M5s) e Fabio Melilli (Pd) hanno chiesto ai gruppi di sfoltire nuovamente la gran mole di emendamenti presentati scendendo dagli oltre 2.500 proposte iniziali a poco più di 200. Ma questo potrebbe non bastare per mettere in sicurezza il decreto, tenendo conto che ci sono sul tavolo diversi emendamenti – a firma Azione, Italia viva e Forza Italia – che puntano a fermare la riforma Bonafede entrata in vigore l’anno scorso.
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@ricci_sonia