Milleproroghe, ecco gli emendamenti del Governo (15) e dei relatori (21)

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ROMA (Public Policy) – Nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera sono arrivati ieri pomeriggio gli attesi pacchetti di emendamenti da Governo e relatori sul decreto Milleproroghe: l’Esecutivo ha depositato 15 modifiche, e i relatori 21. Nel fascicolo governativo ci sono misure sulle circoscrizioni abruzzesi, il mini maxi sul lavoro con misure sui call center e per il sostegno del reddito per i lavoratori del gruppo ex Ilva e Merloni, misure per il personale dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle dogane e monopoli, e sul deposito temporaneo di rifiuti.

Inoltre, c’è lo slittamento al 2020 dell’imposta unica dei tributi comunali, interventi nelle zone ad alta pericolosità o rischio idraulico, la banca dati informatizzata dell’Inail, l’assunzione di circa 1.600 ricercatori e la progressione di carriera dei ricercatori universitari a tempo indeterminato in possesso di abilitazione scientifica nazionale. Infine, il pacchetto contiene anche misure in materia di personale e organizzazione relative al ministero della Giustizia, della Salute e del Lavoro, mentre un singolo emendamento esclude le assunzioni di personale scolastico e di quello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica dalle norme previste per le graduatorie dei concorsi pubblici.

Un altro emendamento dispone che anche gli addetti amministrativi e tecnici del Mit vengono abilitati ad effettuare gli esami di idoneità per il rilascio della patente C1, C1E, C, CE, D1, D1E, D, DE; la misura – si legge nella proposta – serve per evitare la necessità di prorogare il periodo di validità del foglio rosa e garantire la funzionalità degli uffici della Motorizzazione civile. Inoltre, sempre i relatori propongono l’attuazione della sentenza della Consulta n.4 del 2020 in materia delle anticipazioni di liquidità da parte degli enti locali: una modifica dovrebbe stabilire che gli enti locali accantonino il fondo anticipazione di liquidità nel risultato di amministrazione al 31 dicembre 2019 per un importo pari all’ammontare complessivo delle passività pregresse iscritte in bilancio e non ancora rimborsate.

Ieri sera, quasi alla chiusura dei lavori, il Governo ha depositato un altro emendamento: il testo, come anticipato nei giorni scorsi, riguarda le regole sullo Spid, ovvero l’identità digitale della Pubblica amministrazione, che dovrebbe diventare gratuito e più sicuro, e crea il Sistema comune d’identificazione (Scid), ovvero un ‘filtro’, tramite la carta d’identità elettronica per verificare il possesso delle abilitazioni per il rilascio. Viene poi riformulato il Cad, il Codice dell’amministrazione digitale, con l’obiettivo si snellire le procedure legate alla gestione dell’identità digitale.

La “mina” prescrizione – su cui Italia viva e Forza Italia hanno presentato emendamenti per rinviare la riforma Bonafede – nei giorni scorsi è stata momentaneamente aggirata accantonando l’articolo 8 del testo, quello sulla Giustizia, ma il nodo prima o poi verrà al pettine. Lo stallo nella maggioranza – dove non c’è accordo e la tensione tra renziani e Movimento 5 stelle è alta – ha cancellato anche un vertice ad hoc, inizialmente convocato per ieri sera: ci si vedrà solo quando una bozza di intesa sarà matura.

Non ancora risolto anche il caso Autostrade-concessioni: tra le norme inserite nel decreto c’è un articolo che cambia le regole per la revoca delle concessioni autostradali. Nella maggioranza il Pd sembra aver “sposato” la linea dura M5s, da sempre a favore della revoca dopo la tragedia del Ponte Morandi, mentre Italia viva continua a pensarla diversamente, e ha presentato – insieme a Forza Italia – emendamenti di segno opposto (ma c’è da segnalare che ultimamente il clima tra Aspi e Governo sembra più disteso). Due situazioni che creano incognite sull’iter del Milleproroghe, che ha molti emendamenti da smaltire ed è all’ordine del giorno in commissione (oggi sedute alle 9,30 e alle 14) fino a domani, quando si dovrebbe concludere l’esame nella I e V di Montecitorio. L’approdo in aula è previsto lunedì 10 febbraio, e successivamente il testo passerà in Senato. Il decreto scade il 29 febbraio, quindi è probabile che verranno apportate modifiche solo alla Camera.

GLI INAMMISSIBILI

Cinque gli emendamenti (tutti dei relatori) dichiarati questa mattina inammissibili: tra questi anche quello che prevedeva la possibilità di erogare un anticipo fino al 40% dell’indennizzo per azionisti e obbligazionisti delle banche in liquidazione prima del 2018.

Tra le modifiche dei relatori, come anticipato da Public Policy, c’era infatti una misura che rendeva possibile, per gli azionisti e gli obbligazionisti danneggiati dalla liquidazione coatta delle banche poste in liquidazione prima del 2018, un’anticipazione dell’indennizzo, nel limite massimo del 40%, nel caso in cui la pratica del risparmiatore sia stata completata. Fermo restando però che il rimborso completo, come disposto dalla legge, sarebbe avvenuto solo a seguito del completamento dell’istruttoria di tutte le istanze di indennizzo pervenute. (Public Policy) PAM-VIC