(Public Policy) – Roma, 25 gen – Da questa mattina si è aperta a Siena l’Assemblea dei soci di Mps. Presenti tra gli altri Beppe Grillo, Gianpiero Samorì, Oscar Giannino.
LEGGI L’INTERVISTA ALL’ECONOMISTA MICHELE BOLDRIN
MONTI: IL PD C’ENTRA, HA AVUTO INFLUENZA
“Il Pd c’entra” nella vicenda Mps “in quanto ha avuto sempre molta influenza
attraverso la fondazione sulla banca e sulla vita politico
culturale del territorio di Siena”. Lo dice Mario Monti
intervenendo a Radio Anch’io.
“Non sono qui – dice Monti – per attaccare Pier Luigi
Bersani ma per attaccare fermamente il fenomeno storico
della commistione tra banche e politica”.
“Nella vicenda Mps – sottolinea il presidente del Consiglio
– La responsabilità è di chi ha generato quella situazione
che è stata identificata dall’autorità di vigilanza” e
“questi problemi sono derivati da una brutta bestia: la
commistione tra banca e politica, una bestia contro cui mi
batto da anni”.
Il Governo ha avuto responsabilità? “Beh si – dice Monti –
nel senso che ha la responsabilità di assicurare che tutto
il sistema funzioni e di evitare, seguendo le direttive Ue,
che ci siano problemi nel sistema bancario italiano”.
MONTI: PRESTATI SOLO 2 MILIARDI
“Ciò che è stato previsto per Mps non è una cifra a fondo perduto ma un
prestito e non è stato ancora sborsato un euro. Non si tratta di 4 miliardi
ma di 2 miliardi perchè per 1,9 miliardi si tratta di
rimborsi dei precedenti Tremonti bond. Detto questo occorre
fare massima chiarezza”, dice Monti a Radio Anch’io.
Monti assicura inoltre “profonda fiducia” per “la Banca
d’Italia e per il ministro delle Finanze, Vittorio Grilli” e annuncia che
il Governo è disponibile a “riferire in Parlamento”. Monti sostiene che
“dall’Imu arrivano 4 miliardi che vanno allo Stato e ci rimangono.
Per Mps invece si tratta di 3,9 miliardi che non vanno dallo Stato a Mps
ma sono soldi che verranno rimborsati e con un tasso anche molto alto”
perché “ce lo chiede l’Europa” e quindi “cade qualsiasi
parellelismo con l’Imu”.
SCONTRO BEPPE GRILLO-ALESSANDRO PROFUMO
Scontro tra Alessandro Profumo e Beppe Grillo durante l’Assemblea
del Monte dei Paschi di Siena. Beppe Grillo è presente all’Assemblea
in qualità di piccolo azionista (ha dichiarato lui stesso di aver
“comprato due azioni”).
Il leader del Movimento 5 Stelle inizia lo show: “Quello che
hanno fatto alla banca Monte dei Paschi – dice – è peggio
della Tangentopoli e di Parmalat insieme. C’è un buco di 14
miliardi. Serve una commissione d’inchiesta. Dovrà pagare
della gente e ci sono dentro anche il Pd e il Pds, ci sono
dentro fino al collo”.
Dunque la stoccata personale ad Alessandro Profumo,
presidente di Mps: “Lo conosco – dice Grillo – è di Genova
come me, faceva il casellante e studiava la notte. Un uomo
che si è fatto da solo, un uomo importante ma ha un
curriculum inadatto per questo ruolo perché è indagato di
frode fiscale”.
Alessandro Profumo replica proprio mentre Grillo parla del
‘buco’ da 14 miliardi e dice: “Non abbiamo un buco da 14
miliardi, mi dica da dove viene questa indicazione. La
situazione è completamente sotto controllo”. Grillo allora
replica: “Poi glielo dico, comunque non saranno 14 ma poco
ci manca”.
VISCO: IL PD NON GOVERNAVA LA BANCA
“Il Monte dei Paschi non è un problema del Pd, è un problema di Siena. L’unico a
provare a far qualcosa, a scardinare e correggere i guasti
di questa commistione tra società civile, politica e la
banca, sono stato io, quando da ministro commissariai la
Fondazione per costringerla a cambiare lo Statuto”.
Lo ha detto l’ex ministro del Tesoro Vincenzo Visco, che,
intervistato a Il Corriere Della Sera, ha ricordato,
inoltre, la sua firma ad un decreto per impedire al
presidente della Fondazione Pierluigi Piccini di diventare
presidente della banca.
ROSSI (ITALIA FUTURA): POLITICI SONO STATI PROVINCIALI
L’ex consigliere economico di Massimo D’Alema e membro del comitato
direttivo di Italia Futura Nicola Rossi ha detto la sua sulla vicenda
Montepaschi: “La politica italiana ha sofferto un difetto
grave, il provincialismo”.
Il senatore, intervistato da Avvenire, ha spiegato che Mps
ha pagato un prezzo “altissimo” alla propria storia.
“Le caratteristiche di un istituto di credito che si è
sempre configurato come una banca a servizio del territorio
– ha continuato – si sono mal conciliate, col tempo, con le
dimensioni di un mercato sempre più internazionale. Il punto
è che i legami proprietari dovevano progressivamente
allentarsi e, invece, è avvenuto esattamente il contrario”. (Public Policy)
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