di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – Nella Lega c’è un caso Vannacci. Il generale in pensione, eletto all’Europarlamento, attuale vicesegretario federale nonché responsabile della campagna elettorale della Lega in Toscana, è diventato un problema per il partito di Matteo Salvini, che solitamente non mette in piazza il proprio dibattito interno. Vannacci però merita un’eccezione, come testimoniano le parole di numerosi esponenti di punta della Lega degli ultimi giorni, delle ultime ore. Come quelle che il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ha rivolto ai Giovani Padani riuniti in congresso a Busto Arsizio, qualche giorno fa: “C’è qualcuno che vuole vannaccizzare la lega. Io dico ‘col cazzo’ che ci riesce. Io sono della Lega, della Lega Lombarda”.
Prima di lui aveva parlato anche Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega, rivolgendo un accorato appello al suo partito a proposito della composizione delle liste elettorali in Toscana, visto che Vannacci vuole candidare il suo assistente parlamentare, Massimiliano Simoni, nel listino bloccato previsto dalla legge elettorale toscana: “Non so a che punto siano Roberto (Vannacci, ndr) e Luca (Baroncini, ndr) con la redazione delle liste, ma vorrei dire anch’io la mia opinione”, scrive ha scritto nella chat interna l’ex candidata presidente della Regione Toscana. “Cinque anni fa fui chiamata a fare una campagna elettorale impegnativa, in 10 province: un’esperienza faticosa, ma bellissima. Allora eravamo circondati da entusiasmo e da una sana competizione interna, un clima che purtroppo oggi non riscontro. Sono sempre stata contraria al listino bloccato, sia nel 2015 con Vescovi, sia cinque anni fa. Tant’è che Giovanni Galli fu candidato capolista anche a Firenze e infatti non fu usato alcun listino, perché il seggio scattò da Firenze 1”.
Lo scenario, però, ha continuato Ceccardi, “era completamente diverso: anche in caso di sconfitta si eleggevano diversi consiglieri (furono otto) e tutte le province avevano la possibilità di giocarsi le proprie chance. Tutti sognavamo la vittoria, e persino le realtà più piccole potevano sperare di ottenere un seggio”. Oggi, invece, un eventuale listino bloccato, come vorrebbe Vannacci, che punta a far eleggere alcune sue persone di fiducia, ha sottolineato ancora Ceccardi, “sarebbe deleterio. Con uno o due consiglieri eletti, nessuna provincia potrebbe concorrere seriamente all’elezione. L’effetto sarebbe devastante sul morale delle ‘truppe’ – come le chiama Roberto – anche se io preferisco chiamarli militanti. La politica, infatti, non è come l’esercito: qui c’è un gruppo di persone che non ricevono ordini, se non quelli morali che sentono dentro di sé, e che ogni giorno li spingono a impegnarsi per un sogno che coltiviamo da sempre: strappare la Toscana dalle mani della sinistra”.
Oggi invece è intervenuto, su La Stampa, il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, che ha usato toni molto duri nei confronti di Vannacci: “Dire ‘vannaccizzo la Lega’ significa mettere in discussione Salvini. Per questo si sono attivati gli anticorpi. Questa è una forza politica con le sue regole, non puoi entrare e fare o dire quello che vuoi. Quando entri in una comunità e fai dichiarazioni invasive come quella, la comunità reagisce. E comunque, nessun militante leghista vuole essere vannaccizzato”. Insomma Vannacci deve iniziare a “rispettare le regole della Lega. Se non gli vanno bene, faccia il suo partito. Se invece dice di volerle cambiare, vuol dire che vuole puntare alla leadership e a me questo non sta bene”.
Come finirà questa storia è ancora presto per dirlo, visto che la Lega si è messa in casa un incursore che ha dimostrato fin qui di muoversi con grande agilità nella politica leghista e italiana. Pare che Salvini fin qui lo abbia tollerato, ma tutte queste dichiarazioni contro Vannacci non passeranno certo inosservate. Alla fine, dunque, il generale in pensione sta scoprendo che la battaglia più dura non è contro i nemici immaginari, quelli inventati del suo mondo al contrario, ma contro i suoi stessi nuovi compagni di partito. (Public Policy)
@davidallegranti