ROMA (Public Policy) – Nel 2017 la minaccia più rilevante in termini percentuali, con riferimento alla cybersecurity, è quella dei gruppi hacktivisti (50%); il 36% riguarda cosiddetti attori non meglio identificati; mentre il 14% degli attacchi è arrivato da gruppi di cyber-espionage. Il 56% di questi attacchi ha avuto come bersaglio soggetti pubblici; mentre il restante 44% ha riguardato soggetti privati (+17% rispetto al 2016).
È quanto emerge dal Documento di sicurezza nazionale sulla cybersecurity, allegato alla relazione annuale sulla politica dell’informazione sulla sicurezza presentato a Palazzo Chigi. La relazione non contiene l’entità numerica delle minacce rilevate nel 2017 per “imprescindibili esigenze di riservatezza”.
Rispetto al dato sulle Pa il 70% ha riguardato amministrazioni centrali e il 30% enti locali (questi ultimi in aumento di 17 punti rispetto al 2016). La relazione evidenzia come sia “venuto meno il dato relativo ai target non meglio identificati o diffusi, a dimostrazione del fatto che le campagne cyber sono state condotte contro obiettivi specifici, anziché in direzione di numeri generalizzati e indistinti di obiettivi”.
continua – in abbonamento
NAF